Luca Marini lascia Misano Adriatico con l’amaro in bocca, retrogusto che è l’eredità di un weekend complicato, caratterizzato da risultati al di sotto delle aspettative. Il 26enne di Tavullia, nella domenica del Gran Premio di casa, ha tagliato il traguardo in nona posizione, a 15 secondi dalla Ducati più moderna di Jorge Martin. Anche il sabato si era concluso più o meno sulle stesse frequenze: ottava casella in Q2 e settima piazza al termine della Sprint Race. In sostanza, nessun guizzo per Luca Marini in Romagna. Il che è un peccato, perché la situazione - scrutando i cronologici dei turni ufficiali e il passo gara nei rari scampoli in cui Luca ha avuto pista libera davanti a sé – poteva essere ben diversa: Marini al ventitreesimo giro ha siglato un 1’31’’967, quinto miglior tempo in gara. Il punto di svolta negativo nel weekend di Marini ha coinciso con la terza fila conquistata in qualifica, che lo ha condannato a due gare vissute nel traffico, tra gli insidiosi flussi d’aria delle MotoGP d’oggi, nel calore emanato dagli scarichi e assorbito dalle gomme di chi segue. Pneumatici anteriori che si scaldano, mentre la pressione si impenna e il pilota smarrisce confidenza e speranze di sorpasso.
Luca Marini, salito in sala stampa venti minuti dopo la bandiera a scacchi – con l’adrenalina ancora in circolo e le sensazioni fresche – ha descritto nei dettagli la sua domenica misanese: “Una gara molto frustrante, purtroppo non sono riuscito a partire molto bene oggi, c’è stato un po' di casino, sono rimasto imbottigliato e ho perso tanto tempo all’inizio. Poi purtroppo non riesco a superare, in accelerazione tutti volano, vanno fortissimo, arrivo alla staccata successiva sempre con due decimi di distacco, quindi impossibile superare, almeno fino a quando non calano le gomme. Quando calano le gomme gli altri soffrono di più, io invece riesco a gestirle molto bene e alla fine riuscivo a battagliare un po', ma comunque la gara era già finita da un bel pezzo. È stato veramente un peccato perché questo weekend mi sentivo molto forte, il feeling con la moto era ottimo e quando si ha questo feeling bisogna portare a casa dei risultati più importanti. Penso che si poteva lottare tranquillamente per il podio, perché ogni volta che mi liberavo o avevo strada pulita facevo tranquillamente 32 basso. Però è andata così, è andata male la qualifica e adesso se va male la qualifica le due gare sono compromesse. Quindi dobbiamo lavorare sulla qualifica e su come accelerare meglio, perché adesso sembra che tutte le altre Ducati accelerano molto di più di come accelero io. Io sono molto forte in frenata, in ingresso, a centro curva, invece in accelerazione perdo tanto, quindi proviamo nei test di domani a lavorare un po’ su questa strada, guardando i dati di Alex Marquez, che oggi volava, e di Bez, che è sempre molto forte in accelerazione, o di Martin, che ha sempre tantissimo grip. Se è più una questione di setting o di statura? Saranno entrambe le cose, ma Alex Marquez non è tanto più basso di me, e oggi accelerava molto più di me”.
Infine a Luca è stato chiesto di parlare del tentativo di sorpasso su Marc Marquez all’ultimo giro. Marini aveva affondato la staccata alla prima del Rio, salvo poi perdere il posteriore e l’ottava posizione, con Raul Fernandez che ha ringraziato. Come spesso accade con Luca, l’episodio è stato motivo di spunto per una riflessione ben più ampia e interessante: “Ho rischiato tanto alla fine, Marc è stato molto bravo a chiudere la strada, io ho dovuto forzare la moto, piegare ancora di più, passare sul cordolo interno, tutto full gas. Mi si è scaldata tanto la gomma in quella fase lì e sono arrivato alla staccata del Rio che la gomma era caldissima e appena ho piegato tanto, raggiungendo il massimo angolo, mi è partita dietro, perché la gomma era caldissima dall’accelerazione prima. Ci sta, comunque la gara non sarebbe cambiata più di tanto, era solamente bello chiudere quel sorpasso. Ripeto, Marc è stato molto furbo, perché ha percorso la Brutapela molto lentamente, restando molto stretto, quindi io ho dovuto tagliare secco il cordolo lì in curva 3. Ero a gas spalancato con la moto molto piegata, per questo la temperatura si è alzata tanto. Se Marc ha fatto apposta a bloccarmi? Certo, ma tutti fanno così adesso. Tutti dal primo giro pensano solo al punto in cui possono sorpassare il pilota davanti e a dove possono ostacolare il pilota che segue. Ora le gare sono così, non sono più gare di prestazione dove si cerca di spingere il più possibile. È tutto un bloccare gli altri e cercare di sorpassare, perché tutti sono fortissimi e più o meno con lo stesso passo. Solo quando ti trovi nelle prime quattro posizioni cominci a pensare alla guida pulita e al tempo. Dietro invece è sempre una giungla”.