Pecco Bagnaia quando arriva al parco chiuso di Misano Adriatico assomiglia ad un pugile a fine round: in un angolo del ring, con un asciugamano bianco intorno al collo, grondante di sudore, davanti ad un team di fedelissimi che lo incoraggia. È sfinito Pecco. Ha appena inanellato 27 giri nei 30 gradi di Misano, in sella ad una Ducati eccezionalmente gialla, sopportando il dolore di un ematoma importante, esteso, segno più evidente lasciato dalla KTM di Brad Binder sulla gamba destra del campione del mondo in carica. Il numero 1 ha zoppicato per tutta la durata del weekend, digrignato e stretto i denti sin dalle prime prove libere del venerdì. Il weekend romagnolo sembra sia stato più una sofferenza che un piacere per Pecco Bagnaia, consapevole che solo una cosa potesse ripagarlo degli sforzi: salire sul podio a Misano Adriatico, sopra ad una marea rossa di ottantamila persone. “Pecco, Pecco, Pecco” – ha intonato il Santa Monica alle ore 15 di un’azzurra domenica di settembre, coronando di affetto un terzo posto che induce a due riflessioni: non è stata una gara alla Bagnaia versione 2023 (e difficilmente, viste le premesse, poteva esserlo), ma una di quelle prestazioni che Pecco, a fine anno, potrebbe ricordare con un sorriso, persino con più enfasi di una delle vittorie di questa stagione. Perché il terzo posto di Pecco Bagnaia a Misano Adriatico forse, dato ciò che è accaduto sette giorni fa, vale più di una vittoria. Conta il significato oggi, il cronometro perde di rilevanza. Il fatto che Pecco completasse un giro sul passo dell’1’31” alto e quello successivo in 1’32” alto conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che Bagnaia oggi era ben lontano dal suo 100%. In queste condizioni, bisogna limitare i danni. Farlo con un podio, a meno di quattro secondi dal rivale per il Mondiale, è roba da campioni.
Così Pecco, nella conferenza stampa post-gara, racconta la sua domenica: “Oggi ho provato, ho provato, ho dato tutto, ho provato ad attaccare Jorge nelle prime curve, ma lui qui aveva chiaramente qualcosa in più in termini di performance. Guadagnavo solo al Curvone all’inizio, provavo a stare più vicino possibile per avere una chance ma dopo 15 giri, usando solo le braccia per guidare, ero distrutto. Anche la pressione delle gomme, a causa del nuovo regolamento, era troppo alta e si poteva fare ben poco. Quando Marco mi ha passato ho potuto respirare e ho ricominciato a spingere, sono riuscito a negare a Dani la possibilità di sorpassarmi, ma è stata tosta. Per oggi era troppo importante salire sul podio, ma quando ho visto che mancavano sei giri e Dani era a due decimi ho detto ‘no, cazzo’. Lì avevo appena fatto due o tre giri sul 32 alto e stavo facendo parecchia fatica, ma poi ho provato a spingere fino alla fine pensando giro dopo giro e pensando che sarei rimasto davanti. Il passo quest’anno è stato incredibile, Jorge ha fatto un lavoro meraviglioso questo weekend, per me sarebbe stato difficile batterlo anche se fossi stato al 100%. Non vorrei essere ripetitivo, ma comunque la forza che ci abbiamo messo per essere pronti qui è stata tanta e l’ho fatto molto per me, perché era importante essere davanti ed essere competitivi. Dopo Barcellona non era scontato per niente, quindi sono molto contento. Fosse stato in Austria forse sarebbe stato meglio fisicamente, perché qui la pista è più tosta. Però essere a casa sicuramente dà una grande motivazione, e molta della spinta è arrivata anche da chi è venuto a vedere e ad aiutare. Il supporto tecnico, emotivo, è stato fantastico”.
Infine Bagnaia si concentra sulla questione carenza di sorpassi-pressione gomme, anticipa quale sarà la natura del suo lunedì di test e delle sue condizioni fisiche tra due settimane, prima di esprimere un giudizio su Daniel Pedrosa, da cui ha dovuto difendersi sia nella Sprint Race che in gara: “Quello che penso della Michelin è che loro abbiano fatto una regola per la sicurezza che però non rende più sicuro il nostro sport. L’ho già detto, non sono d’accordo con questa regola e non lo sarò mai. Penso che Michelin abbia bisogno di aiutarci, non è colpa nostra se le gomme sono costruite in questo modo. Michelin sicuramente sta migliorando, perché i giri che stiamo facendo sono incredibili, se consideriamo che il giro veloce oggi è stato 1’31”7 e negli ultimi giri abbiamo fatto 1’32”1 è incredibile. Abbiamo solo bisogno, forse, di più supporto. Adesso faremo un’analisi del programma di domani in base a ciò che ci sarà da provare. Non penso ci siano cose molte importanti, quindi se dovesse essere rimarrò a riposo. Poi penso che arriverò in India al 100%, nella mia miglior condizione, perché il problema più grande per me è l’ematoma al ginocchio, che adesso si sta lentamente riducendo, quindi non credo che avrò più problemi a forzare sulla gamba. Riguardo Dani penso di non aver bisogno di dire niente, la sua storia dice tutto. È sempre stato impressionante, competitivo. Purtroppo non ho avuto la possibilità di seguirlo e vederlo guidare da vicino. Penso che il suo sia uno degli stili di guida migliori al mondo. È così perfetto e affascinante quando gira nello stretto, quando fa il pick-up”.