Il nuovo Marc Marquez produce un documentario su sé stesso. Si trasferisce a Madrid, cambia manager, apre un’agenzia media, posta sui social, si fidanza, mette in giro gigantesche indiscrezioni di mercato. Il nuovo Marquez potrebbe lasciare Honda. Durante tutto il weekend di Marc ha lasciato intendere - a più riprese - di essere in trattativa con il Team Gresini per il 2024, di fatto lasciando HRC con un anno di anticipo. A fine gara, chiusa con un settimo posto ben oltre le aspettative (in griglia ad Antonio Boselli per Sky aveva detto che una top 10 sarebbe stata difficile) ha continuato a spargere caos a manciate con dichiarazioni forti.
Una su tutte: “L’ho sempre detto in questa settimana, io mi fido di quello che dice la pista, l’ho detto anche ieri ad Alberto Puig e lo ripeto adesso a voi. Le parole e le promesse mi hanno stancato in questo momento, è da tutto l’anno che le sento e ora voglio i fatti. So cosa voglio, domani provo la moto a cui ho lavorato un intero anno, voglio capire come funziona, c’è anche un nuovo project leader”.
Il che, messo assieme alle sue aspettative sulla RC213V 2024, lascia intendere che il box HRC ormai è l’equivalente motociclistico di un incendio in camera da letto: devi andartene il prima possibile, magari in fretta e se necessariosfondando la finestra. Ma è veramente così? Sabato ci aveva parlato così delle sue sensazioni sul nuovo prototipo: “Forse è migliore nei dettagli ma ha lo stesso carattere e gli stessi problemi della moto che guido io”, sono state le sue parole. Dopo la gara, invece, ha trovato un altro modo per dirlo: “A vedere Stefan sembra che il suo modo di guidare sia un po’ diverso, non mi pare però che la performance sia molto cambiata. Ora però voglio provarla anche io senza farmi influenzare da quello che dicono gli altri”.
Un altro attacco lo riserva al test team di Honda, quando gli viene chiesto se rimpiange Dani Pedrosa (4° in entrambe le gare) al suo fianco: “Chiaramente Dani è il miglior test ridere della MotoGP, è veloce e precisissimo nei commenti, perché è anche importante capire cosa serve alla moto e ci vuole sensibilità. Lui può anche essere un ottimo tester, ma devi avere anche degli ingegneri in grado di lavorare a casa, altrimenti lo sviluppo è impossibile. Aprilia e Ducati hanno fatto ottime moto con Savadori e Pirro, che non hanno il talento di Dani Pedrosa anche se sono degli ottimi piloti. In un team di sviluppo il gruppo è fondamentale, ci vogliono ingegneri che seguano le indicazioni giuste dei piloti”.
Il che, riassunto ai massimi termini, significa che forse Honda non avrà un tester all’altezza, ma ancora prima non ha un test team all’altezza. Marc finisce per congedarci con l’ennesima stoccata: “Le sensazioni saranno fondamentali, poi ovviamente non bastano. Servono fatti, una reazione - e quella la sto vedendo - ma ad ogni anno che passa per me è un anno in meno per la mia carriera”.
Se si trattasse di un altro pilota, contratto o meno, staremmo parlando di divorzio annunciato, cosa che per altro avremmo pensato anche del vecchio Marc Marquez, quello estremamente riservato ma imbattibile in pista. Invece Marc ha cambiato approccio con pubblico e la stampa e non è più il pilota di un tempo: gode nel trovarsi a centro pagina e gli piacciono le attenzioni perché alimentano il suo personaggio. E poi c'è l'enorme pressione esercitata sui vertici Honda, che da Tokyo ha mandato una massiccia delegazione di ingegneri e dirigenti per il GP di San Marino. Il Joker delle corse non ride più come un tempo, eppure forse non ha ancora smesso di scherzare.