E se dovessimo adeguare il tormentone estivo di Random a Luca Marini? “Sono un bravo ragazzo, per nulla fuori di testa” – ci verrebbe da dire. Perché Luca Marini è uno che sembra non avere difetti. E, almeno a sentire da quello che dicono molte conoscenti, è pure bello un bel po’. Solo che non ci si può fare nemmeno un pensierino, spiegano quelle che lo conoscono, perché è fidanzatissimo, fedelissimo e per nulla disposto a guardarsi intorno per una eventuale “divagazione sul tema”. Per la sua fidanzata Marta Vincenzi, la stessa di quando i due erano alle elementari, sta pure imparando un po’ di polacco. Così, giusto per compiacere le sue origini, anche se lei in realtà è pesarese pure nella cadenza. Quindi, ricapitolando: biondo, occhi azzurri, di buona famiglia e pure fedele. Basta? No, non basta, perché adesso è pure velocissimo e finalmente maturo per inseguire un sogno: quello di rendere Stefania Palma, sua madre e madre di Valentino Rossi, “una mamma dieci volte campione del mondo”.
Eppure per Luca Marini riuscire ad affermarsi fuori dal nome di suo fratello Valentino Rossi non è stato per niente facile. Raccomandato. Senza talento. Sta lì solo perché è il fratello del 46. Chiunque con i suoi mezzi avrebbe fatto di più e meglio. Un somaro senza speranze. Sul conto di Luca Marini si è detto di tutto negli anni. Sin da piccolissimo, sin da quando chiese con tutte le sue forze di poter correre in moto, o almeno di essere messo nelle condizioni di provarci. Mamma Stefania non voleva e, stando a quanto si dice, l’unico che lo ha spalleggiato un po’ è stato Valentino, che forse aveva saputo riconoscere il fuoco della passione autentica. Ma quel ragazzino biondo non è mai stato Luca Marini, per nessuno. Era, per tutti, “il fratello di”, trovandosi sminuito ogni volta che ha conquistato qualcosa e schernito ogni volta che, invece, i risultati non sono arrivati. Chiunque nei suoi panni avrebbe mandato tutti a quel Paese, magari dandosi al calcio, l’altra sua grande passione. Anche perché Luca Marini non aveva bisogno di fare lo sportivo per forza, visto che a scuole era pure bravo e i suoi stessi professori hanno definito un peccato il fatto che non avesse intrapreso un percorso universitario.
La moto e la voglia di correre venivano prima. E vengono ancora prima. Anche adesso che in qualche modo Luca Marini è finalmente Luca Marini. Però se ne guarda bene, ora che potrebbe, di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, anche se sicuramente ne avrà tanti accumulati in tutti questi anni. “Luca – ha recentemente detto proprio Valentino Rossi – è l’esempio umano di dove si possa arrivare con la determinazione, con l’impegno, con la crescita fatta di costanza piuttosto che di sparate improvvise”. In effetti la carriera del numero 10 della Moto2 è stata così: senza picchi improvvisi, ma sempre in ascesa. Ora ci sono due traguardi da inseguire: il titolo della Moto2 e, forse, anche il salto in MotoGP, coronando il sogno di giocarsela in pista con il leggendario fratello. Ancora una volta in silenzio e ancora una volta spiattellando in faccia a tutti una grande verità: il vero talento è la forza di crederci.