Scott Redding lo dice da sempre: se un pilota è molto più leggero degli altri, le gare non saranno mai realmente alla pari. L’ex ducatista sta portando avanti una vera e propria crociata per quanto riguarda il Mondiale Superbike, in una stagione stradominata da Alvaro Bautista che, rispetto a lui, pesa diversi chili in meno. “Un pilota leggero sarà sempre avvantaggiato nei finali di gara, perché consuma di meno la gomma rispetto a un pilota pesante. Quello che sta accadendo oggi in Superbike con Bautista è sotto gli occhi di tutto”. Una polemica (se cosìsi può chiamare), quella dell’ex ducatista, che adesso ha trovato un seguace anche in MotoGP. Si tratta del fratello di Valentino Rossi, Luca Marini, che sull’argomento è stato netto e categorico: “E' incredibile che in MotoGP non si sia ancora introdotta la regola di un peso minimo per il pacchetto moto e pilota”.
Marini, dopo l’uscita di scena di Danilo Petrucci, è uno dei piloti di maggiore stazza della MotoGP e in questa stagione ha più volte dovuto soffrire anche a causa del suo peso, che non gli permette di preservare le gomme come invece riescono a fare piloti più piccolini e più leggeri. E’ una problematica, ha ribadito Marini, che ha caratterizzato tutta la sua carriera, con il fratello di Valentino Rossi che ha ricordato così gli anni della Moto2: “In Moto2 il mio allenamento in palestra era molto diverso. Ho fatto pochissimo lavoro con i pesi, perché sono grande di stazza e ho fatto più lavoro cardio. Questo è più difficile in MotoGP. In Moto2 hai un peso minimo, io superavo di 4 chili quel limite. La differenza tra me e Bezzecchi – ha spiegato ancora Marini nell’intervista rilasciata ai colleghi di Motorsport.com - era di circa 8 chili. In MotoGP però queste differenze sono significative. Cerco di essere più severo con il mio programma di allenamento e la mia dieta. Non c'è un peso minimo, c'è una differenza di 10 chili tra me e altri piloti Ducati”.
Un aspetto, questo, che secondo Marini andrebbe affrontato, soprattutto in una MotoGP in cui si cerca di raggiungere il massimo del livellamento per poter poi garantire il migliore spettacolo. Dell’introduzione di un peso minimo, però, sembra che ai piani che contano non si sia ancora mai parlato e difficilmente la modifica proposta dal giovane pilota del Team Mooney VR46 sarà discussa in tempi abbastanza brevi. Anche perché potrebbero essere le stesse case costruttrici a non volere l’introduzione di questa regola. “Quando hanno un pilota leggero, le fabbriche non devono pensare tanto alla distribuzione del peso, che e cambia il comportamento della moto. Ma sarebbe meglio se avessimo tutti un peso minimo, perché potremmo fare più allenamento con i pesi. Penso che gioverebbe anche ai più magri. Perché un pilota dovrebbe essere penalizzato solo perché pesa di più? Io, ad esempio, a inizio stagione ho concluso tutte le gare con una gomma posteriore molto usurata, ora ci abbiamo lavorato molto e siamo competitivi. Il peso ha un grande impatto sui consumi delle gomme. In molti circuiti ho la sensazione, e i dati lo confermano, di pretendere più degli altri dalle gomme”.