Se all’inizio l’Academy VR46 era una fucina di fanatici delle due ruote desiderosi di emergere, ma soprattutto di godere della propria passione, adesso con il passaggio in MotoGP di molti dei suoi membri, la componente ludica si è affievolita, cannibalizzata da quella della supremazia dell’uno sull’altro. “Con tante promozioni è cambiato tutto anche se l’ambiente è ancora tranquillo”, ha raccontato Luca Marini al Corriere dello Sport. “C’è una giusta competizione, specialmente tra chi è nella top class e questo ci spinge a dare di più”.
Quello che partirà l’8 marzo dal Qatar sarà il primo campionato senza Valentino, ma per il 24enne la sua assenza non si farà sentire troppo. “Il nostro sport è in divenire già da qualche stagione. Spero che i fan continuino a seguirci, soprattutto i giovani. Il paddock sta diventando sempre più serio e per mantenere un clima rilassato dovremo lavorare tutti assieme”, ha riflettuto. Impressionato dall’alto livello dei colleghi, specialmente di quelli di marca e di come ciascuno di loro sia stato in grado di non stravolgere lo stile di guida, l’urbinate si è mostrato combattivo in ottica nuova stagione. “Spero di avere tanti rivali quest’anno perché ciò significherà che sono davanti”.
A proposito invece delle attese sulla nuova GP22 impiegata per i test di Sepang, il marchigiano ha sfoggiato un certo ottimismo. “Ho provato la GP21 e rispetto alla GP19 che ho guidato io il mondiale scorso ho notato che sono stati risolti alcuni problemi, per cui sono fiducioso. Ora la Ducati è completa e non vedo l’ora di fare il primo meeting con il team per capire le nuove specifiche”.
Il primo giorno di test però non è andato esattamente come previsto: Luca, unico pilota Ducati con due GP22 a disposizione, ha riscontrato problemi tecnici all'anteriore, tanto da richiedere l'intervento di Michele Pirro per una sorta di shakedown aggiuntivo. Marini ha quindi concluso la giornata con un best lap di 1'59.966, tempo che gli vale un 18° posto in classifica ad un secondo e mezzo (1.595) da Aleix Espargarò. Va detto, ad ogni modo, che i piloti Ducati non hanno lavorato esclusivamente sul giro secco, Bagnaia e Miller infatti sono rispettivamente 19° e 22°.