La sfida tra Italia e Spagna per la finale degli europei è stata tra le più attese e sofferte. Forse a causa degli incontri spesso persi in passato, o magari per il gioco molto simile delle due squadre. Anche il parallelismo con il motomondiale, però, ha fatto la sua parte. Da vent’anni, tolta qualche piccola eccezione (Nicky Hayden e Casey Stoner) il titolo mondiale è sempre andato ad un pilota italiano (Valentino Rossi) o ad uno spagnolo (Jorge Lorenzo, Marc Marquez o Joan Mir). Ecco perché vincere, in fin dei conti, è stata una soddisfazione ancora più grande.
A godersi il derby, ognuno dal proprio lato della barricata, c’erano anche Jorge Lorenzo e Luca Rosiello. I due, diventati molto amici in seguito al ritiro dello spagnolo, gestiscono assieme alcuni affari a Lugano, città in cui il maiorchino si è trasferito da ormai diversi anni. Inevitabile quindi vedere la partita assieme, dal fischio d’inizio al rigore di Jorginho che ha archiviato definitivamente la pratica. A raccontarci l’atmosfera della serata ci ha pensato Luca Rosiello, che l'ha commentata per MOW... “Ciao Ragazzi! - ha esordito Luca - Ieri ognuno ha messo la maglia della propria nazionale, anche se non era quella ufficiale perché qui a Lugano è tutto esaurito… Quindi sciarpettine e via, è iniziata la partita. Abbiamo gridato, quando c’era la Spagna in attacco io urlavo per paura di un goal e lui per goduria”.
Poi, dopo un primo tempo sul filo del rasoio, il gol di Federico Chiesa al 60’, seguito dal pareggio di Morata all’80’ e l’arrivo trascinato ai calci di rigore: “Quando abbiamo segnato io ho esultato come un matto, lui è stato seduto tranquillo… E quando hanno segnato loro è stato l’esatto contrario. Alla fine abbiamo gridato tanto, poi ai rigori cercavamo di capire chi avrebbe sbagliato e chi no, e abbiamo azzeccato tutti e due l’errore di Morata… Devo dire la verità, è stato bello vederla insieme. Primo perché condividiamo tante cose, e quindi anche questo derby in casa. Poi è stato bello perché avendo un grande rapporto di amicizia nessuno si è messo ad esultare in faccia all’altro, abbiamo sempre esultato in maniera sportiva. Anche dopo la partita abbiamo chiuso sportivamente la serata, lui è andato a dormire nel suo appartamento e io sono tornato a casa mia. È stato molto divertente, ma tutto caratterizzato da rispetto e grande amicizia… alla fine ha vinto il migliore, no?”.