Bu Yunchaokete, classe 2002, è il nome che i pronostici non avevano previsto. Lo scriviamo così, tutto attaccato (occidentalizzato poi in Bu) perché nella sua Bortala, nella remota prefettura autonoma di etnia mongola dove è nato, i cognomi non esistono. Esiste, invece, una storia dura e tenace e una scalata silenziosa che oggi lo porta al numero 73 del ranking ATP. È attualmente il terzo tennista cinese più alto in classifica.

Bu è rimasto orfano di padre da bambino. La madre si è risposata ed è cresciuto con i nonni paterni in condizioni poverissime, finché – spinti dall’amore per il nipote - non lo hanno mandato nel Villaggio SOS per bambini di Urumqi per garantirgli un futuro e un’istruzione migliore. Ed è proprio lì che il tennis ha bussato alla sua porta: aveva solo cinque anni quando l’allenatore Lou Yong lo ha scelto per allenarsi a Huzhou, a oltre tremila chilometri da casa.
Il suo ingresso nel circuito professionistico è recente, ma l’impatto è stato immediato. Nel 2023 ha conquistato il Challenger di Seoul, diventando il terzo under 21 cinese a riuscirci, e ha conquistato la prima vittoria in un Masters 1000 a Shangai.
Si è confermato campione nel 2024, quando a Wuxi – davanti a 4000 spettatori – è diventato il più giovane cinese a vincere due titoli Challenger. Due mesi dopo, a Granby, ha conquistato il terzo titolo Challenger della carriera ed è entrato in top 150, poi è salito in top 125 con la semifinale a Lincoln.

Dopo ancora, la svolta in Asia, superando Mikhail Kukunshkin e raggiungendo la sua prima semifinale ATP, persa contro Zhinzhen Zhang: ‘’Probabilmente il miglior momento della mia carriera’’, ha affermato. E lo è stato davvero: quel risultato – nonostante la sconfitta – lo ha portato tra i primi 100 del ranking ATP. Ma Bu non si è fermato: a Pechino ha sconfitto Lorenzo Musetti e poi Andrey Rublev, raggiungendo la seconda semifinale ATP della sua carriera: ‘’Sto ancora esplorando, sto cercando di imparare’’, ha commentato in conferenza stampa prima di sfidare a Pechino il numero uno al mondo, Jannik Sinner. Il campione altoatesino, dopo averlo battuto, ha dichiarato: ‘’Bu è un giocatore molto solido, senza grandi debolezze, fisicamente bravo’’. Inoltre, grazie al suo coach spagnolo Ricardo Ojeda, è entrato in contatto con Juan Carlos Ferrero, che lo ha invitato ad allenarsi presso la Ferrero Tennis Academy insieme a Carlos Alcaraz.
Ora sembra che la nuova leva cinese abbia tutte le carte in regola per scalare la classifica ATP. Il suo tennis è ancora in evoluzione, potente ma istintivo, affamato. Come la sua storia. Buyunchaokete rappresenta qualcosa di diverso: un talento autentico, non prodotto da accademie milionarie. Cresciuto lontano dallo sfarzo e dalla ricchezza, ha costruito la sua più grande possibilità: ambire alla vetta del tennis mondiale.
