La Roma del tennis si prepara al grande show, ma tra assenze pesanti, rientri attesi e tabelloni sbilanciati, ecco che abbiamo provato ad analizzare gli Internazionali con Massimiliano Ambesi, analista, opinionista e voce di Eurosport. Di Sinner si parla ovunque, l'attenzione è focalizzata quasi interamente su di lui, ma siamo sicuri che il suo tabellone sia dei migliori? O forse questa volta a essere stato più fortunato è stato proprio Carlos Alcaraz? Chi può davvero arrivare in fondo? Poi gli abbiamo chiesto che cosa aspettarci da Musetti, Rune, Berrettini, Zverev le abbiamo analizzato l'assenza pesante di Novak Djokovic. E il ritorno di Jannik, sì, ma su un percorso che, parola sua, è “tutto in salita”.

Partiamo dai sorteggi. Intanto, Alcaraz e Sinner sono da due parti diverse del tabellone e si potrebbero incontrare solo in finale. Secondo te, chi ha più probabilità di arrivarci?
Il tabellone di Alcaraz mi sembra abbastanza leggero: rispetto a quello di Sinner presenta meno ostacoli. È chiaro che c’è un punto interrogativo legato alla sua reale condizione fisica, che in questo momento non conosciamo, però penso che se lui deciderà di giocare a Roma sarà in grado di esprimersi vicino al meglio. Il tabellone di Sinner mi pare decisamente più complesso, perché andrà a incontrare tanti specialisti della terra battuta e non saranno partite banali da affrontare. Ma, in generale, possiamo dire che agli italiani peggio di così non potessi andare con i sorteggi, forse l’unico che si salva da questo punto di vista è Musetti. Sinner, comunque, potrebbe trovare al secondo turno Federico Cinà, che però prima deve battere Navone. Non è un compito semplicissimo per Cinà, perché Navone è il classico argentino da terra rossa, uno di quelli tosti, ma comunque alla portata. Sinner non può avere paura di loro, ma da lì in poi i veri ostacoli iniziano.
E al turno successivo, potenzialmente, trova Davidovich Fokina.
A Madrid ha fatto una partita vera con Zverev, persa al tie-break del terzo set. È in forma e già da Montecarlo ha mostrato buone cose sulla terra. Non sarebbe un terzo turno semplice, considerando anche che Sinner parte dal secondo. Poi, al quarto turno, rischia di trovare Cerúndolo. Ricordiamo che proprio a Roma, nel 2023, Sinner fu sconfitto da Cerúndolo negli ottavi. Aveva vinto il primo set, poi perse gli altri due 6-2. Certo, due anni nel tennis sono un’epoca, ma è difficile fare previsioni sul suo percorso.
Lui stesso ha parlato in conferenza stampa di voler vincere la prima partita e poi vedere, il che fa strano detto da Sinner…
Sì. E il “poi” dipende anche dal fatto che sono passate oltre tre mesi senza impegni agonistici. Il tabellone è tosto: Davidovich Fokina, poi Cerúndolo, e se lo batti c’è il rischio di trovare Kasper Ruud, che arriva dalla vittoria a Madrid. Parliamo di tre giocatori solidissimi sulla terra: Davidovich e Cerúndolo valgono i primi 15, Cerúndolo anche i primi 10 in questo momento, e Ruud è da top 5. Affrontarli uno dopo l’altro non è semplice, quindi sì: il sorteggio non ha sorriso a Jannik. Invece Alcaraz sembra avere la strada più libera.

Sei anche tu del team Bertolucci-Volandri, che invitano alla calma per il ritorno di Sinner?
Guarda, massimo rispetto per entrambi, e per forza di cose sono d’accordo. Il potenziale di Sinner è enorme, ma lo stop lungo è una variabile seria. Il fatto che lui stesso sia andato con i piedi di piombo in conferenza stampa fa capire che non ha certezze. Non è che voglia nascondersi, ma gli mancano ancora alcune risposte. La prima partita potrebbe essere agevole, ma Navone non si batte da solo sulla terra. Se poi riesce a battere Davidovich e Cerúndolo, cambia tutto: quelle vittorie ti danno fiducia, ti danno ritmo. I pronostici poi vanno verificati, perché molti arrivano da Madrid con tante partite nelle gambe, ci sono tante variabili in gioco. Però sì, condivido l’approccio prudente di Filippo e Paolo.
Per Alcaraz resta il dubbio sulla condizione fisica. E anche Berrettini ha annullato il doppio con il fratello, il che non è un buon segnale.
Speravo in qualche comunicazione più precisa e rassicurante su Berrettini, ma capisco la scelta. Dopo i problemi fisici a Madrid, forzare col doppio sarebbe stato un rischio inutile. Penso che per lui quello degli addominali sia un tasto molto dolente, per cui non appena ha un risentimento preferisce non rischiare e utilizzare il massimo della prudenza. Lo stesso vale per Alcaraz: si è visto qualche video degli allenamenti, sembra in buone condizioni, ma bisogna vederlo da vicino.
Parliamo un attimo di Musetti. Ha finalmente dato una svolta alla sua carriera? In molti lo consideravano il tennista con il gioco più bello, ma forse solo ora stiamo cominciando a vedere i migliori risultati.
Sì, anche se forse si è esagerato un po’ nel passato con le critiche. Musetti è arrivato molto giovane nel tennis che conta. È più giovane di Sinner di un anno. Le aspettative forse erano troppo alte, ma lui ha avuto il suo percorso. Ora ha decisamente cambiato marcia. L’anno scorso sull’erba ha giocato benissimo, ha vinto medaglie importanti sulla terra. Da Montecarlo lo vedo diverso: atleticamente è tra i migliori, ha varietà, tocco, visione. Sulla terra ha un qualcosa in più. Il tabellone, fino agli ottavi, lo aiuta. Poi potrebbe trovare Medvedev: e oggi, tra i due, mi sembra meglio attrezzato Lorenzo.
E dopo gli ottavi?
Dopo potrebbe affrontare Zverev, o Tsitsipas, oppure Fils. Quindi un eventuale quarto di finale molto impegnativo. Ma ha dimostrato di poter alzare l’asticella.
Tolto Sinner, chi vedi più in forma?
Domanda difficile, ci sono troppe variabili. Sinner rientra, Alcaraz è un’incognita fisica. Zverev però mi aspetto che sia sul pezzo. Ha vinto a Monaco, a Madrid ci aspettavamo di più, ma resta molto pericoloso. Potrebbe trovare Tsitsipas negli ottavi, un avversario che storicamente soffre. Ma se lo supera, è uno da corsa.

Diciamo che chi esce da quel quarto (Zverev-Musetti) può dire la sua?
Sì, assolutamente. Poi occhio a Rune, che ha vinto bene a Barcellona prima del ritiro con Cobolli. Si è allenato con Sinner, ed è uno da tenere d’occhio. Potrebbe incontrare Draper agli ottavi, anche quella sarebbe una gran partita. E sarebbe nella stessa metà di Musetti, quindi potremmo vederli in semifinale.
Djokovic grande assente. È solo una fase o siamo sul viale del tramonto?
L’età ti presenta il conto. Anche se sei un fuoriclasse. Una campionessa di un altro sport mi diceva che a 35 anni devi lavorare il doppio per lo stesso risultato. Djokovic deve scegliere i momenti giusti. Parigi e Wimbledon sono i suoi obiettivi. Vincerà ancora uno Slam? Io comincio a essere pessimista. Ritirarsi? Non subito, ma quando capirà di non reggere più i tornei. Ora, spesso esce al primo turno, ma a Miami è arrivato in finale e l’ha giocata. Al 100%, contro Alcaraz, Sinner e altri al top, oggi non vince. Ma se si presenta al momento giusto, può cogliere l’occasione. Però non è più lo schiacciasassi di prima. Fateci caso, Roma è piena di assenze, molte legate all’età. Djokovic, 37 anni, non c’è. Monfils, 38, fuori. Goffin, 34, fuori. È normale: il fisico ti impone delle pause. Djokovic ha avuto un buon percorso in Australia e Miami. Saltare Roma è logico per puntare su Parigi. È la scelta giusta. E ribadisco: oggi Djokovic al 100% non batte i migliori al 100%. Non è una critica, è un dato fisiologico. Se fosse diverso, non sarebbe umano.