C’è aria di casa al Foro Italico. Jannik Sinner è pronto a tornare in campo a Roma dopo la squalifica per doping, esaurita il 4 maggio. Sono stati lunghi i mesi di attesa che il campione altoatesino ha dovuto affrontare senza gareggiare: tre mesi di silenzi e interrogativi. Il caso doping che lo ha tenuto lontano dal circuito è stato più un sussurro che un boato, ma ha lasciato il segno. Jannik proverà a cancellare ogni dubbio con lo stile glaciale e imperturbabile che lo caratterizza. Il primo allenamento è previsto per oggi, lunedì 5 maggio, al Campo Centrale e sono già 10500 i biglietti venduti.
Lo specchio del Foro Italico
Se qualcuno volesse sapere cos’è il tennis in Italia, dovrebbe varcare la soglia marmorea del Foro Italico. Non solo per vedere i big, ma per osservare gli allenamenti tra un campo e l’altro, per ammirare un doppio sul Pietrangeli, per accompagnare un bambino a vedere il primo match o l’allenamento del proprio idolo, per contemplare il rovescio di Jasmine Paolini. L’emozione è fortissima soprattutto per i più piccoli, che si dimenano sulla soglia del campo, cercando un autografo o un semplice saluto da Fabio Fognini. Gli sponsor regalano attività interattive agli spettatori e gli sportivi possono godere delle lezioni di pickleball, una disciplina che diventerà centrale nel circuito tennistico italiano, e di beach tennis. Passeggiando si incontrano tanti stand sportivi, grandi marchi e sdraio per rilassarsi tra un match e l’altro. Tra le statue gigantesche, ci si sente piccoli. Fuori posto. Eppure, parte di qualcosa. Il sole acceca. Il tempo si dilata in un microclima sospeso. L’aria è limpida, e non solo in senso metaforico. L’ambiente è sano. Sportivo. Si ride piano, si applaude con rispetto, ma la passione è tanta e l’energia si sente. Famiglie, giovani coppie, gruppi di amici, ragazzi di ogni età e anziani col cappellino di paglia: il tennis romano è un rituale collettivo, fatto di sole, gelati, silenzi durante il servizio e serenità.
Il lato amaro: prezzi alle stelle
Il tennis, si sa, non è lo sport del popolo. È elegante, raffinato, appassionante. Lontano dagli stadi calcistici e dalle curve domenicali. Eppure, chi prova ad avvicinarsi agli Internazionali, spinto anche dal ritorno di Sinner, viene subito frenato dal portafoglio. I prezzi al Foro Italico rasentano l’assurdo. Un panino? Nove euro. I biglietti per le giornate in tribuna sfiorano le stelle: dai 200 ai 500 euro. Il biglietto per la finale? Dai 300 ai 1.700 euro. Certo, c’è lo spettacolo. L’organizzazione è impeccabile. Ma a che prezzo? Il tennis è uno sport, per alcuni, inaccessibile. Un affare per pochi. Un affare elitario. Eppure, il fascino resta. Il rumore della palla sulla terra rossa, il silenzio che precede ogni servizio, le urla liberatorie dopo un punto vinto. Roma è incantata dagli Internazionali. E Sinner, tra le sue mura antiche, forse può trovare il miglior luogo possibile per ricominciare.
