Guadagna, per ogni stagione con Mercedes, la bellezza di circa 40 milioni di euro. In aggiunta ovviamente le sponsorizzazioni private, le tante pubblicità, gli accordi commerciali con i partner della sua scuderia e molto altro ancora. Possiamo dire quindi che Sir Lewis Hamilton, uno degli sportivi più pagati al mondo e uno dei più generosi quando si parla di beneficenza, non abbia esattamente problemi economici.
E allora, caro Lewis, perché anche tu? Perché tra un post dedicato al tuo progetto di apertura al motorsport a minoranze fino a questo momento escluse dal mondo elitario della Formula 1, e uno sul tuo ultimo straordinario risultato in pista, dobbiamo vederti bere un beverone proteico-vegano-naturale-detox con l'aggiunta dell'immancabile, e inconfondibile, hashtag #AD o #ADV.
Perché anche tu, come una Chiara Ferragni o una Giulia De Lellis qualunque, ci piazzi a tradimento una pubblicità su Instagram? E' successo pochi giorni fa, nella breve pausa tra il Gran Premio di Austin e il weekend di gara in Messico: "Bere AG1 è una parte non negoziabile della mia mattina - ha scritto il sette volte campione del mondo su Instagram - Le abitudini a lungo termine sono necessarie per prestazioni, fitness e salute complessiva. L'energia che ricevo da questo ogni giorno ha fatto una grande differenza per me. Grazie Athletic greens". A corredo del testo, ovviamente, un breve reel che ritrae Hamilton bere (un po' a fatica, ammettiamolo) un piccolo sorso di questo inquietantissimo beverone verde. voltandosi di spalle a osservare il panorama (e nei nostri sogni anche a sputare il suddetto beverone).
Ma come ormai con qualsiasi cosa in giro per Instagram e per il mondo dei social in generale, questo testo così piatto, questo video così studiato e quell'hashtag alla fine del copy portano lo spettatore a chiedersi una cosa soltanto: ma se lo berrà davvero questo coso? Gli piace, lo aiuta? Fa effettivamente parte della dieta che lo rende, a quasi 40 anni, uno degli sportivi più incredibili del suo panorama?
O lo fa solo per i soldi? Nel brillante mondo delle influencer, fatto di calendari dell'avvento con tanti regalini, viaggi e frasi interscambiabili come "mi ha cambiato la vita" e "ho un piccolo codice sconto per voi", l'utente ha imparato a capire - o almeno, così è nella maggioranza dei casi - che il profilo è in parte anche uno spazio pubblicitario e quel semplice #ADV aiuta a distinguere il momento marketing da tutto il resto. Non ti devi fidare, devi solo ascoltare la pubblicità e decidere se ti interessa o meno. Come in televisione.
Con un personaggio come Lewis Hamilton però il processo è un po' più complesso, per svariati motivi: il primo è che Instagram non è il suo lavoro ma uno spazio di condivisione per conoscere il campione fuori dalla pista. Il secondo si collega proprio a questo perché come detto in precedenza chi cerca di scoprire "il Lewis Hamilton nascosto" dal suo profilo social non pensa di potersi imbattere in contenuti pubblicitari, rimanendo quindi spiazzato. E il terzo è che, semplicemente, non serve. Cozza con la sua figura, con un profilo dedicato al suo ruolo di star internazionale, di benefattore senza interesse, di persona disinteressata ai soldi che tante volte nel corso delle interviste ha detto di sentirsi "in imbarazzo a parlare di soldi mentre fuori il mondo soffre la povertà".
Lascia perdere i beveroni Lewis, ci viene quindi da dire. Che a quelli ci pensano già tutti gli altri. Tu raccontaci di quello che fai, che è la vera cosa interessante per chi sogna di assomigliarti almeno un po'. E no, non attraverso la tua morning routine a base di bevante detox ADV.