“Sto in macchina dopo un pranzo pazzesco con vecchi amici della Dakar, quando era ancora la Dakar, chiedimi tutto quello che vuoi, tanto ho il vivavoce e ancora un po’ di strada da fare” – Carlo Pernat ci risponde subito così al telefono senza dire neanche il convenzionale “pronto”. E’ contento per il pomeriggio passato in compagnia di vecchi amici a ricordare episodi incredibili nel teatro del deserto, ma anche perché i suoi due piloti, Enea Bastianini e Tony Arbolino, nell’ultimo fine settimana, hanno dato nuovamente spettacolo.
Contento e appagato o solo contento?
Appagato mai, ma che scherzi? Quando si vive di corse in moto non bisogna mai sentirsi appagati, c’è sempre altro da vincere, un nuovo obiettivo da raggiungere. Con Enea Bastianini, ad inizio stagione, abbiamo detto che sarebbe stato un sogno chiudere questo mondiale, il primo in MotoGP con una moto che non fosse vecchia di due anni, nelle prime cinque posizioni. Nei cinque ci siamo, ma non siamo mica appagati! C’è ancora una minima possibilità di chiudere secondi, alle spalle di Bagnaia, e poi c’è un terzo posto da andarsi a prendere a Valencia!
Che finale ti immagini?
Ci pensavo questa notte: mi piacerebbe essere un regista per scrivere il film di Valencia 2022. Ho un paio di copioni in testa: uno più romantico e uno più thriller!
Cominciamo da quello thriller allora…
No, dai, fammi cominciare da quello romantico, così poi chi legge non è costretto a toccare subito ferro o a toccarsi altro. Nel mio film romantico su Valencia 2022 vedo Enea Bastianini che parte subito in fuga passando per primo sotto la bandiera a scacchi prima di una grandissima festa, di quelle alla Carlo Pernat, in cui Enea festeggia la vittoria e il terzo posto nel mondiale e Pecco festeggia il titolo riportato dopo tanti anni nel box della Ducati. Potrei dirti pure che in quel film non ci starebbe male un Quartararo che non riesce a andare a punti, così che Enea, invece di terzo, arrivi secondo nel mondiale, però Fabio non se lo merita e sfortune o cadute non si augurano mai a nessuno.
Dai adesso quello thriller!
Ok, però che si facciano i dovuti scongiuri e che non si dica che Pernat ha portato sfiga. Mi sono immaginato un Pecco in difficoltà, fuori dalla zona punti, con Fabio Quartararo primo e Enea Bastianini che lo raggiunge all’ultimo giro e lo sorpassa all’ultima curva, andando a vincere e consentendo così a Pecco e Ducati di prendersi comunque il mondiale.
Roba da far saltare le coronarie a tutti gli appassionati…
Eh sì, ma tanto è mera fantasia. La verità delle corse è una sola: i film li scrivono solo i piloti!
Enea Bastianini che film vuole scrivere?
Quello di sempre, quello che scrivono tutti i piloti: vincere. Ma pensate davvero che possa esistere un pilota che non scende in pista con la sola intenzione di vincere e arrivare primo? In questi giorni ho sentito un mare di belinate pazzesche, ma la verità è che il gas non lo chiude nessuno di proposito. Un conto è avere una attenzione in più, un altro conto è chiudere il gas. Enea, come anche tutti gli altri, a Valencia vorrà vincere, anche perché un secondo o un terzo posto nel mondiale a questo punto sono alla sua portata e sarebbero obiettivi importanti sotto molti punti di vista. Non deve dimostrare nulla, perché penso che questo 2022 abbia già detto chi è Enea Bastianini, ma c’è un traguardo a due passi e figuriamoci se non vorrà passarci sotto a tutti i costi.
Se Bastianini dovesse vincere a Valencia, il mondiale sarebbe in ogni caso di Bagnaia, quindi tutti comunque felici e contenti. O no?
Se il mondiale sarà di Bagnaia, e a questo punto credo che difficilmente andrà in maniera diversa, è perché Bagnaia se lo è meritato. Non puoi capire quanto mi girano i co**ioni per Pecco e per tutte le cose che sto leggendo su ordini di scuderia, moto migliore, collaborazione degli altri ducatisti. Ragazzi, Pecco ha vinto sette gare su diciannove, è una roba pazzesca, e quest’anno è stato il più forte. Punto e basta. A prescindere da quello che potrà succedere a Valencia, Pecco è stato il più forte. E chi non vuole accettare questo non capisce niente di corse in moto. S’è innescato un gioco a sminuire Pecco, quasi non meritasse abbastanza, ma un pilota che vince sette gare non è che ha meritato, ha strameritato. Forse in questo ha sbagliato un po’ anche Ducati, ma dico forse, perché non so, onestamente, come avrebbe potuto proteggerlo da certe cattiverie, perché di cattiverie si tratta, sul suo conto.
Ok, Pecco ha strameritato, ma non si può dire che anche Fabio Quartararo non abbia meritato. O no?
Io su questo la penso in maniera un pochino diversa dalla massa. E’ vero che Fabio Quartararo ha sempre chiesto a Yamaha una M1 migliore, ma è anche vero che ha firmato un rinnovo di contratto per due stagioni e quindi si vede che quella moto tanto schifo non fa. I problemi ci sono, soprattutto in merito alla velocità di punta, ma Quartararo era saldamente in testa alla classifica e credo che ci abbia messo anche del suo. E’ un talento immenso, ma soffre troppo la pressione. C’è stato un momento in cui s’è demoralizzato e da lì sono cambiati un po’ anche i suoi occhi. In termini di talento, forse, è superiore a Bagnaia, ma la testa conta quanto il talento e Fabio probabilmente è ancora un po’ debole quando tutto non gira per il meglio. Però sia inteso, stiamo comunque parlando di un fenomeno.
A proposito di fenomeni: Marc Marquez come lo vedi?
Marquez lo vedo abbastanza bene, è la Honda che vedo male. Su Marquez dico “abbastanza” perché comunque ha subito un intervento che non è una passeggiata e si vede anche da fuori che ha una posizione in sella strana e che la migliore condizione fisica non è ancora arrivata. Però Marquez con un braccio solo e con tutti i problemi che può avere è comunque lì a giocarsela con i primi, visto che il suo talento è smisurato e non ha paragoni al momento in nessuno degli altri. La Honda, invece, soffre troppo. Il valore di una moto si vede nei risultati del secondo pilota. Il primo pilota fa la differenza mettendoci del suo, il secondo, invece, è quello che ti mette davanti ai reali riferimenti e come sono andati Pol Espargarò, Alex Marquez e Takaaki Nakakami è sotto gli occhi di tutti. Francamente non so se vorrei essere nei panni di Joan Mir o di Alex Rins il prossimo anno.
Perché?
Perché ovviamente Honda dovrà fare una moto intorno a Marc Marquez, lasciando indietro le esigenze degli altri che, di conseguenza, dovranno adattarsi alla moto di Marquez. Solo che se poi Marc Marquez non dovesse ritrovare la migliore condizione si starebbe di nuovo nel buio più pesto. E non è così scontato che Marquez torni il vero Marquez perché, come ripeto, l’intervento a cui si è sottoposto e quello che ha passato non sono uno scherzo. E’ un po’ quello che successe in Ducati ai tempi di Stoner. Casey con quella Desmosedici ha vinto, ma poi ci sono voluti anni e anni per farla diventare una moto con cui avrebbe potuto vincere anche qualcun altro. I grandissimi campioni ti condannano un po’ a questa cosa qui, era successo anche in Yamaha fino all’arrivo di Jorge Lorenzo quando c’era Valentino Rossi.
Visto che citiamo Valentino Rossi: alla fine la MotoGP è andata comunque avanti nonostante il suo addio…
Io non ho mai avuto dubbi. Le corse in moto sono nate nel momento stesso in cui al mondo ci sono state due moto, figuriamoci se moriranno mai. Certo, l’addio di Vale è stato un colpo durissimo e c’è da reagire in maniera studiata e calibrata per non perdere troppo pubblico, però se andiamo a guardare, almeno noi italiani, abbiamo di che appassionarci. In questo 2022 ci sono stati due piloti italiani che si sono giocati il mondiale fino alla fine, in sella a due moto italiane, e uno probabilmente lo vincerà anche, c’è stata una Ducati che ha stradominato e una Aprilia che è stata costantemente tra i primi. E poi ci sono dei pilotini che stanno venendo su veramente bene. Prendiamo Marco Bezzecchi, ad esempio, quel ragazzo è forte davvero, mi ricorda un po’ Enea, ve lo dice Carlo Pernat!