Venerdì a Miami, nel corso delle consuete conferenze stampa piloti, il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton si è presentato davanti ai giornalisti con tre orologi ai polsi e decine di gioielli tra bracciali, anelli e collane.
Il motivo del bizzarro look del britannico è apparso subito chiaro: una protesta, neanche così silenziosa, contro la normativa FIA che vieterebbe ai piloti di indossare gioielli nel corso del weekend di gara per motivazioni di sicurezza. Hamilton ha spiegato alla Federazione, e ai giornalisti, che alcuni pearcing che ha ormai da molti anni sono difficili e dolorosi da togliere e che per questo motivo non può seguire le indicazioni riportate dalla FIA, in una nota considerata da molti comunque inutile e superflua.
Ma mentre per il sette volte campione del mondo è arrivata, nel corso del weekend di Miami, una esenzione speciale per quei gioielli "impossibili" da rimuovere durante la gara, per tutti gli altri piloti sulla griglia il regolamento resta chiaro.
A spiegare le proprie ragioni di dissenso, questa volta, è stato quindi il pilota della Haas Kevin Magnussen che, categorico, ha affermato: "Capisco quello che vogliono dire in termini di sicurezza ma io porto una fede nuziale al dito. Mi prenderò un po’ di bruciature extra su quel dito per correre con la fede ma mi va bene. Perché se dovesse succedere qualcosa, qualcosa di brutto, vorrei indossare la mia fede. È brutto togliersela. Per una cosa del genere, come la fede, prendiamoci la responsabilità".
Nonostante la richiesta di Magnussen però la FIA ha continuato a far esercitare il regolamento e il pilota danese è stato costretto a togliere anche la fede nuziale: "Non voglio rischiare di dover pagare una multa di 250.000 euro".