È un Marc Marquez determinato quello che si è presentato alla stampa nel giovedì del Sachsenring. E, a rigor di logica, è stato un Marc Marquez furioso quello che ha convocato e presieduto una riunione con i vertici della Honda dopo il GP d’Italia. I temi, sempre quelli: la moto non funziona con nessuno e bisogna fare un passo in avanti. Stavolta però, i filtri sono stati ridotti al minimo, con Shinji Aoyama and Koji Watanabe a colloquio con Marc e Alberto Puig fuori ad aspettare.
Poi, in conferenza stampa, Marc ha ribadito quanto già detto al Mugello: vincere qui non cambia le cose per la stagione. Ha poi spiegato che questa è la prima, vera pista a lui congeniale del campionato, perché in Argentina, ma soprattutto ad Austin, non è riuscito a correre. “Ogni tanto vado in override, è vero”, ha spiegato a proposito dei suoi errori. “A Le Mans per esempio ho esagerato. Al Mugello però non è stato quello il problema, stavo controllando. Tutte queste cadute non mi fanno pensare ad un nuovo infortunio, però sono un problema dal punto di vista tecnico”.
A questo punto, esattamente come era successo al Mugello, sugli schermi della regia viene proiettato uno stralcio dell’intervista realizzata a Jorge Lorenzo dallo storico commentatore Nick Harris: “Ho detto che sarebbe andato in Ducati”, dice Jorge dell'ex compagno di squadra. “Ma potrebbe andare anche in KTM, la moto è competitiva e Red Bull, lo sponsor in comune, potrebbe semplificare le cose”.
Finito il video, Marc Marquez si lascia scappare una risata: “Alla prossima gara dirà che vado in Aprilia”, dice con leggerezza. Anche se poi aggiusta subito il tiro: “Scherzi a parte, adesso il livello in MotoGP è altissimo, in Europa spingono tanto e in Giappone fanno fatica. Dobbiamo fare uno step, me lo aspetto soprattutto a Misano per i test. Comunque ho un contratto fino al 2024 compreso, abbiate pazienza”.
Quando gli chiedono se si è pentito di aver formato un contratto di quattro anni - nel 2019, in vigore dal 2020 - lui si lascia andare a considerazioni che con tutte le probabilità gli girano in testa da mesi, forse anni: “A quel tempo non potevo sapere che mi sarei infortunato, che la Honda avrebbe avuto problemi, che la pandemia avrebbe influito sulle prestazioni delle case asiatiche. Quei 4 anni di contratto dovevano servire a portarsi a casa quattro titoli. Ora molta gente si è aggiunta al progetto, vediamo cosa succederà a Misano”.
Ecco, quando Marc dice che vincere in Germania è completamente irrilevante per il campionato probabilmente sta mentendo. Dimostrare di essere ancora in grado di vincere non è qualcosa, è tutto per lui. L’ultima volta è stata a Misano 2021, per quel GP dell’Emilia Romagna che - per dare una misura - ha incoronato Fabio Quartararo campione del mondo. In mezzo ci sono tante, troppe cose per lasciar perdere e pensare che non sia importante. Una su tutte, lo status: Marc al Sachsenring fa ancora paura e Pecco Bagnaia l’ha indicato come favorito, ma farsi battere qui vorrebbe significare passare definitivamente il testimone alle nuove generazioni, ridurre la propria forza contrattuale, cose così. Altro che gara morale, il Sachsenring di Marc Marquez sarà una tappa fondamentale del suo futuro.