La notizia che Marc Marquez ci lascia in eredità mentre saluta Le Mans coincide col suo primo vero errore in una scelta tattica apllicata ad una gara flag to flag, disciplina in cui è sempre stato il Re indiscusso. Ha vinto Johann Zarco e non lui, che al contrario del francese ha scelto di partire con gomme slick, salvo poi rientrare ai box ad un terzo di gara per riprendere la moto da bagnato. In tanti hanno seguito Marc, gli si sono appicciacati agli scarichi nel giro di ricognizione per copiarne la scelta. Non sapevano che il 93, a sua volta, seguiva un'impostazione diversa dal solito: non decideva in base ai dettami del suo istinto, ma in funzione degli azzardi compiuti dai suoi rivali - Alex e Pecco Bagnaia - che Marquez ha lasciato sfilare davanti a sé nella convulsissima procedura di partenza del Bugatti.
In ogni caso la tattica viene riavvolta da Marc nel post gara, quando si assolve da qualsiasi rimpianto: "Nel giro di ricognizione ho visto Pecco che andava in griglia con le gomme da bagnato, ma io volevo entrare ai box perché secondo me in quel momento mettere la gomma d'asciutto era la cosa più giusta. Se non avessi visto Alex entrare ai box probabilmente sarei partito anch'io con le gomme da bagnato per marcare i principali candidati al titolo, ma ho visto mio fratello rientrare e allora sono rientrato anch'io. Vero che poi Zarco ha vinto con l'altra strategia, ma per me avrebbe vinto ugualmente perché era il pilota più veloce in pista". Così gli chiedono quanto sia stata logorante la domenica francese, lui che ieri nella Sprint si era presentato davanti ai microfonI quasi annoiato dopo l'ennesima vittoria "scontata" di questa stagione: "Ci sono state altre gare in cui ho dovuto cambiare moto due volte, però i primi sei, sette passaggi sono stati molto stressanti mentalmente. Soprattutto era un attimo prendere la decisione sbagliata in quel momento perché con più di 20 giri ancora da fare la gara era molto lunga, non sapevi come si sarebbero evolute le condizioni"

Poi Marc si volta indietro fino ad arrivare a due settimane fa, all'Andalusia, all'erroraccio di Jerez che gli è costato almeno un podio. Anche in questo caso, affidandosi ad una lettura personale del destino, il 93 pareggia i conti: "Se non fossi caduto due settimane fa, probabilmente avrei sbagliato oggi". Si spiega ulteriormente: "Era uno di quei giorni in cui sapevo sarebbe stato molto facile cadere e in cui non potevo cadere. Ma era anche uno di quei giorni in cui si poteva aspettare e gestire la situazione. L'errore di due settimane fa mi ha indotto ad alzare l'attenzione. Cadere era veramente una stupidata oggi, bastava pochissimo, stare in piedi è diventata preso la mia priorità. Oltretutto di solito cado quando sono più rilassato, perché quando tiro e guido d'istinto utilizzo al meglio i freni c'è meno possibilità che la moto inneschi movimenti strani. Guidare rilassato senza cadere è da sempre una delle cose più difficili per me, una battaglia mentale che si è ripresentata oggi negli ultimi dieci giri".
Infine la domanda più impepata verte sulla reazione di Marc alla notizia della caduta di Alex. Era più preoccupato per le condizioni del fratello o stuzzicato dall'idea di un vantaggio in classifica che andava ampliandosi? La risposta, come prevedibile, sbarra le porte alla malafede e ci dà appuntamento a Silverstone, tra due settimane: "Io non spero che lui cada, così come lui non spera che cada io. Alla fine speriamo sempre il meglio l'uno per l'altro, stasera mangeremo assieme, domani ci alleneremo insieme per preparare al meglio Silverstone. Ci siamo sempre aiutati, Jerez è stato un weekend croce e delizia per noi, perché lui ha vinto e io sono caduto, così come Le Mans, perché lui è caduto e io sono andato a podio. Mi sono accorto che gli era successo qualcosa quando sulla mia tabella ho visto comparire nello spazio del pilota che mi seguiva il nome di Acosta al posto suo. In ogni caso, in questa fase del campionato, non chiedo che mi vengano date sulla tabella né informazioni su Alex né su Pecco".