Pecco Bagnaia in sala stampa, dietro il tavolino - in cui quelli abituati a vincere non si siedono mai in una MotoGP che ai piloti del podio riserva lo sgabello della conferenza stampa – ha la faccia di chi ha appena vissuto un incubo. “E’ il peggiore, o comunque tra i peggiori, week end di tutta la mia carriera” – dice. Poco prima, però, il campione in difficoltà che non riesce a trovare se stesso e sembra non riconoscere la sua moto aveva mostrato l’uomo grande che riesce a essere anche quando le cose girano male così. Come? Accettando le scuse di Enea Bastianini e accogliendo un abbraccio tra due piloti che hanno condiviso le storie di bambini e pure il box degli invincibile per due anni e che adesso si ritrovano a fare i conti con guai e noie che li ridimensionano. “Ho staccato troppo piano io, per via delle gomme da bagnato e troppo forte tu” – le sole parole prima di una stretta che racconta tanto davvero.

Ok, se le cose non girano sarà anche un po’ questione di atteggiamento, di Marquez nel box e tutte quelle cose che si dicono, ma Pecco Bagnaia a Le Mans, oggi, non ha sbagliato niente. Anche se non è mancato chi, dopo la caduta provocata da Bastianini e il rientro in pista per cambiare moto e prendere quella con le gomme da asciutto, c’è stato chi s’è affrettato a parlare di errore. Di sbaglio colossale. Di mancanza di coraggio. Invece no. Pecco Bagnaia al cambio moto c’è andato perché non avrebbe potuto fare altro. E l’ha raccontato proprio in sala stampa. “Avevamo fatto la scelta giusta, decidendo di partire normalmente con la gomma da bagnato, ma c’è stata la caduta. Sono ripartito e per come si erano messe le cose avrei potuto giocare per qualche posizione davanti, ma la moto era danneggiata. Non potevo non tornare al box – ha raccontato – poi con le gomme da asciutto ho fatto qualche giro, ne ho contati cinque per dare il tempo alla squadra di sistemare quello che c’era da sistemare e sono tornato a riprendere la prima moto”.
Nessun errore, quindi, solo necessità. E pure tanta sfortuna. Perché l’essere rimasto dietro in partenza era stato inevitabile, vista la gomma da bagnato, e quella falciata è arrivata proprio quando in testa cresceva la certezza chele cose si stavano mettendo bene. Invece tutto il contrario: zero punti e distanza da Marc Marquez che adesso è siderale, 51 punti. Però Pecco Bagnaia di sfortuna non vuole neanche parlare e a nascondercisi dietro non ci prova nemmeno. “La sfortuna ce l’ha chi sbaglia – dice – la fortuna, invece, ce l’ha chi vince. Io a questa cosa della sfortuna non ho mai creduto”.

“Credo – ha poi aggiunto – che sia la prima volta che faccio zero sia il sabato che la domenica, è stato un week end da dimenticare, probabilmente il peggiore della mia carriera. Non siamo riusciti a portare a casa niente. Andavo anche forte, ma continuo a non avere feeling col davanti e sul bagnato questa situazione è ancora peggio, perché sul bagnato la moto deve darti feedback e io non ne ho”. E’ guardare comunque un oltre, è cercare di capire dov’è che s’è rotto qualcosa nella coppia perfetta che erano lui e la sua Desmosedici, con il GP di Francia che diventa argomento solo per pochi secondi nonostante tutto quello che è successo.
“E’ stato un peccato – ha spiegato – perché la nostra strategia era stata perfetta. Nonostante la caduta, se avessi potuto ripartire normalmente sarei potuto finire tra i primi cinque, ma mi sono dovuto fermare perché la leva del cambio era semibloccata e mancavano dei pezzi. Oggi non ha funzionato niente. E le cose non si raddrizzano mai da sole: è una situazione non comoda, non serena e soprattutto difficile da accettare da parte mia. Essendo abituato a altro, trovarmi con una moto con cui non ho feeling è il limite più grande. Già sono un rompicoglioni, se in più non sento niente diventa tutto abbastanza complicato. Quando vado in moto io vado al 100% in tutte le situazioni, ma con questa moto potrei andare anche cinque secondi più piano e avere le stesse sensazioni: è la prima volta nella mia vita che mi trovo così perché non sento il limite e non sento niente, soprattutto in frenata, fino a che non si chiude e cado”. Come dentro una palude. Ma senza polemica, senza cercare scuse e, anzi, difendendo comunque e sempre la squadra: “stanno lavorando tanto, siamo tutti sulla stessa barca”.