La forza di vedere il positivo, la forza della lucidità, la forza della costanza e pure quella di non perdere il sorriso. Sì, Luca Marini le ha tutte e quattro e l’ha fatto capire in poco più di tre minuti nella sala stampa di Le Mans, dopo una Sprint che lo ha visto chiudere dodicesimo posto, ma con il sorriso e lo sguardo di chi, al di là della classifica, sente di essere più vicino ai migliori. E pure con quel velo di amarezza per tutto quello con cui ha dovuto fare i conti non solo nel venerdì e nel sabato di Le Mans, ma da un po’ troppo tempo in questo 2025.

“Non è stata una fantastica giornata oggi – ha detto – E’ stato un peccato questa mattina, quando per meno di un decimo non sono riuscito a passare in Q2. Da lì è stato tutto un po’ più complicato, la partenza non è stata fantastica e sono stato anche un po’ sfortunato nelle varie situazioni e nelle varie battaglie che ci sono state in pista. Sono rimasto sempre un po’ coinvolto senza riuscire a guadagnare mai una posizione quando gli altri si buttavano fuor: ho solo perso un sacco di tempo. Devo cercare di partire davanti e magari sperare di avere, almeno, quella fortuna che quando due si buttano fuori non ti rientrino esattamente davanti, ritrovandomi a perdere un altro secondo”. Non una lamentela, sia inteso, ma un’analisi fatta col sorriso sulla bocca per spiegare ancora una volta che la MotoGP per quelli dietro è un mondo a parte. Tanto che se in molti sostengono che Marc Marquez sta ammazzando il campionato e lo spettacolo, ad ascoltare il racconto di Luca Marini si potrebbe pensare che la soluzione dovrebbe essere quella di “inquadrare solo quelli dietro”.
“Dietro oggi ci sono state davvero della gran belle battaglie accese – ha aggiunto il pilota della Honda – ma sono sempre stato coinvolto. La regia non ci inquadra? Eh, l’ho detto un sacco di volte in safety commission che se inquadrassero solo quelli dietro sarebbe un gran bello show. Però dai: è normale che si inquadrino i primi. Ma dietro è una giungla. Davanti i primi tre o quattro fanno una gara diversa, perché sanno il loro passo, sanno dove possono arrivare e fanno quello che devono tranne quelle volte che provano a inventarsi qualcosa, ma dietro siamo tutti lì dal sesto al quattordicesimo. Tutti più o meno con lo stesso passo e si tratta di episodi: c’è quella zona grigia dietro le Ducati dove si può stare comodamente”.
E’, di fatto, la “zona grigia” in cui riesce a stare quasi sempre Johann Zarco, grazie anche a qualifiche migliori. “Con una qualifica migliore sarebbe più facile stare lì – ha ammesso Marini – E’ un tassello che quest’anno mi manca e mi mancava anche l’anno scorso, quindi dobbiamo lavorare di più nel giro secco con la gomma nuova. Con il mio setting riesco a gestire molto bene le gomme, non le stresso mai arrivo mai a fine gara sempre con molta gomma, mentre invece non riesco a estrarre l’extra grip della gomma nuova nei primi due giri. E’ come se non la mettessi abbastanza sotto stress: non riesco a avere questo vantaggio. Proveremo comunque qualcosa, perché abbiamo alcune idee per la prossima gara. Soprattutto per la qualifica”.
Atteggiamento positivo, quindi, con un Marini che sembra per nulla turbato dalle voci di mercato secondo cui Honda starebbe valutando di vestire di ufficiale Zarco e avrebbe già avanzato una offerta a Pedro Acosta per la prossima stagione. Argomenti distanti dalla testa di un pilota che ha appena chiuso una gara e che è già in modalità GP in vista di domani. “Dami ci sarà pioggia? Vedremo – ha concluso Marini – Prenderemo quello che ci sarà e cercheremo solo di divertirci: quando c’è una gara pazza va sempre bene”.