Ancora loro, sempre loro: Marc e Alex Marquez. Uno primo, per la sesta volta consecutiva su sei Sprint in tutto, e l’altro appena dietro, secondo un copione che ormai si ripete praticamente dal giorno 1 della MotoGP 2025. Solo che questa volta tra loro e anche dietro a loro non s’è visto Pecco Bagnaia, caduto al secondo giro dopo una buona partenza. Sì, Pecco ha disatteso la sua promessa di non cadere e la delusione del vicecampione del mondo si chiude tutta nell’inquadratura di un pilota che torna al box con il casco ancora in testa, piegato verso il basso, e la visiera ancora abbassata. “Bisogna cercare di evitare questi errori qua – ha detto Gigi Dall’Igna – mi dispiace per Pecco perché aveva fatto buone cose in questo fine settimana. Per fortuna è successo in una Sprint e i punti persi non sono troppi”.

Zero punti e problemi che restano, quindi, mentre dall’altro lato del box si continua a fare festa. Sempre festa. Una festa che questa volta, però, Marc Marquez ha dovuto costruire con più pensiero, dopo una partenza da indemoniato di Fabio Quartararo. L’ha lasciato sfogare fino a un vantaggio di quasi otto decimi, poi gli si è fatto sotto quando la gomma della M1 del francese ha cominciato a chiedere pietà. Una brevissima bagarre e il resto è stato il solito copione, con il 93 che quando è riuscito a mettersi davanti ha preso subito il largo, portandosi a distanza di sicurezza, prima di allentare ancora. “Fabio in partenza era velocissimo – ha raccontato Marc - ha spinto tantissimo. Mi sono detto che non potevo seguire il suo passo, ma poi ho visto che iniziava a calare. Vedremo se domani riusciremo a completare l'opera".
Stessa cosa l’ha fatta il fratello Alex, che poco dopo s’è portato sotto al francese e ha consumato il sorpasso sfruttando la maggiore potenza e la maggiore velocità della Ducati, regalando un’altra gioia al team Gresini. “Ho mantenuto la calma – ha spiegato il piccolo dei fratelli di Cervera – poi ho visto che Fabio ha cominciato ad avere problemi con il posteriore. Questo è un bel risultato: non ho più la testa del campionato ma sono contento". Per la squadra di Faenza, classifica o non classifica, è comunque un gran giorno non è finita lì, visto che anche Fermin Aldeguer, come aveva mostrato già dal venerdì, non ne ha sbagliata una e ha avuto la meglio sul francese, regalandosi il primo podio in MotoGP e consacrando la crescita costante delle ultime settimane.
"Sensazione incredibile – ha detto il rookie spagnolo - è un sogno essere qui con due grandi piloti. Devo dire grazie a tutto il team Gresini perché mi hanno aiutato tanto. Abbiamo questo podio, ma c'è bisogno di più esperienza". Esperienza e talento che, invece, non sono bastati a Fabio Quartararo, a cui è rimasto solo di accontentarsi della quarta piazza, mentre alle sue spalle si consumava il vero spettacolo di giornata, con una bagarre folle tra Maverick Vinales e Pedro Acosta durata dal primo all’ultimo giro. Anzi, fino all’ultima curva, quando Acosta, ormai lanciato verso la quinta posizione, ha perso l’anteriore della sua KTM a pochi metri dalla bandiera a scacchi. Un calo di concentrazione, probabilmente, che gli è costato carissimo in un fine settimana in cui lo spagnolo, mandati in archivio anche i problemi dovuti alla sindrome compartimentale, è chiamato a dimostrare tanto.
Sesto, quindi, ha chiuso Johann Zarco, sempre più riferimento per la Honda, mentre la settima piazza l’ha conquistata con una bagarre all’ultimo giro con Alex Rins quel Fabio Di Giannantonio che a Le Mans ha fatto gran fatica sia nelle libere del venerdì che nelle prequalifiche e poi nella Q1 di questa mattina. Chiudono la top ten Joan Mir e Raul Fernandez, con tutti i costruttori della MotoGP rappresentati quindi nei primi dieci. Per quanto riguarda gli altri italiani, Luca Marini ha chiuso dodicesimo davanti a Enea Bastianini, mentre Franco Morbidelli, alle prese con un problema tecnico in partenza, ha dovuto accontentarsi della quindicesima posizione. Solo diciassettesimo Marco Bezzecchi, finito lungo al terzo giro mentre era in lotta per la quinta posizione.
