Senti parlare Pecco Bagnaia dopo la prima giornata in pista a Le Mans e pensi a Maometto che, stufo di aspettare la montagna, è andato da lei. Dopo cinque GP corsi e un test che la svolta necessaria non l’ha prodotta, Bagnaia ha cambiato approccio. L’idea: smetti di aspettare un feeling che non torna e punta, invece, a correre come se quella staccata lì con cui ha vinto tre titoli mondiali non esistesse più, almeno fino al prossimo test previsto per Aragon. Nel frattempo proverà a vincere comunque, che poi è quello che fanno tutti i campioni.

Oggi ho provato una strategia diversa”, ci ha raccontato su di una seggiolina gialla e grigia nella sala stampa del circuito. “Siamo alla sesta gara e abbiamo provato in tutti i modi ad avere un feeling simile a quello dell’anno scorso ma ho capito che è meglio se mi adatto io alla situazione. Posso fare tante cose, ma quel feeling lì non riusciamo a riaverlo. Quindi basta, ed è un peccato perché la staccata e l’ingresso sono sempre state un’arma per me che adesso non ho più. È un peccato doppio. Però io posso adattarmi di più alla situazione e portare più velocità dentro la curva, oggi in generale ci ho provato molto. Non è nelle mie corde, però non è andata male: sul passo riuscivamo a essere veloci anche se in questo momento Marc ne ha un po’ di più. Facendo un altro step domani credo che riusciremo a colmare questo gap, sono fiducioso”.
Chiaro, chiarissimo. Così come il fatto che da qui in poi Bagnaia cambierà approccio: uno stile meno naturale per trovare più velocità, ma pure una condotta di gara più aggressiva e una maggiore propensione al rischio. Perché gli altri due, i fratelli Marquéz, viaggiano appaiati con una ventina di punti in tasca in più, cos evitare i rischi non basta per stare davanti.
“Il distacco con Marc però è reale”, aggiunge Pecco a proposito di quel decimo e otto che ha incassato alla fine del venerdì dal compagno di squadra: “T1 e T2 andiamo uguale, al T4 sono più veloce io e al T3 mi dà un decimo e mezzo, tutto in curva 9. Devo capire come la fa lì. Io faccio fatica, non riesco a fermare la moto come vorrei, entro lento. E già così sento che l’anteriore non è piantato per terra, che è il mio vero problema”.
La soluzione resta, come sintetizza Emiliano Perucca Orfei nei suoi video sulla MotoGP, piegare il cucchiaio, esattamente come il bimbo di Matrix. Andare oltre sostituendo la razionalità con la fiducia. Si può fare? Bagnaia racconta di sì, anche se farlo in maniera così radicale non gli era mai successo: “L’ultima volta che ho dovuto riadattare la mia tecnica di guida è stato nel 2023, quando avevamo una moto che tendeva a spingere in ingresso di curva. Niente di così estremo però. E non è che adesso guido in modo totalmente diverso rispetto all’anno scorso. Però i punti che avevo a favore lo scorso anno, staccata e ingresso, non ce li ho più”.
Oltre a questo, abbiamo chiesto a Pecco se provare a mettersi davanti al compagno di squadra a tutti i costi, un po’ come è successo a Jerez, può essere una soluzione per rendere il campionato più interessante e combattuto: “Ah, se uno riuscisse a mettersi davanti e andare come Quartararo la scorsa gara, che ti metti davanti e vai, cambierebbe tutto. Il feeling migliora un po’, quello dietro lo metti in difficoltà, in una situazione in cui per superarti deve prendersi tanti rischi. Se hai un passo nettamente superiore non c’è problema, ma se la tua velocità è molto simile diventa dura. Guarda la gara di Jerez: Alex Marquez ci ha messo diversi giri per arrivare sotto a Quartararo e per passarlo si è giocato un bel jolly. Questa è la situazione, bisogna essere furbi e partire subito bene”.
Segue con le interviste in inglese, dove è decisamente meno interessante, anche se bravo a sintetizzare: “Non sarò pienamente contento finché non avrò battuto il più veloce, che in questo momento è Marc”.
Punto. E a capo, À la guerre comme à la guerre.
