Gli incassi di un pilota della MotoGP sono pressoché impossibili da calcolare con esattezza. C’è l’ingaggio, ci sono i premi, gli sponsor tecnici, quelli personali, le pubblicità, il merchandising. E poi il regime fiscale e le spese, dal motorhome in circuito ai professionisti di cui ogni pilota si circonda. C’è, però, una regola d’oro, la stessa che governa diverse professioni che con le corse non hanno nulla a che fare: il denaro è una conseguenza del risultato. Se arrivi davanti, se vinci le corse e anche soltanto se fai un’enorme differenza su chi gioca ad armi pari con te - come nel caso di Fabio Quartararo, coperto d’oro da Yamaha nonostante l’assenza di risultati - il denaro arriva.

Un pilota vincente guadagnerà molto più da sponsor e partnership rispetto a quanto può racimolare da un costruttore, che specialmente nel caso di Ducati oggi punta sulla qualità del pacchetto più che sulla gratificazione economica. Certo, l'idea di guadagnare più dei tuoi colleghi (specialmente quelli dall'altro lato del box) è una sensazione grandiosa per tutti i piloti, specialmente quando c'è da stabilire una sorta di gerarchia. Per i più fortunati è una questione di scelte: magari correre è prima di tutto un lavoro e lo stipendio viene prima della prestazione, certo, ma può anche essere il contrario: l’idea di vincere delle gare nel motomondiale sa una motivazione enorme se hai passato la vita a inseguire questo sogno.
Ad ogni modo, i numeri sanno essere sempre molto affascinanti. Così siamo tornati da Jerez de la Frontera con qualche numero sull’agenda da raccontarvi in questo video dedicato.