E ‘mo da dove comincio? Chiunque fa il mestiere del raccontare la MotoGP ha vissuto il GP di Francia con questo pensiero qui in testa. Perché è successo di tutto, tra pasticci della race direction e meteo che ha deciso di giocare alla rivoluzione proprio su quella terra che la rivoluzione delle rivoluzioni l’ha vista davvero. La primissima cosa da dire, però, è che il potere precostituito è finito sovvertito, come da tradizione, e sul trono della MotoGP c’è salito Johann Zarco. Francese vestito d’italiano. Che ci ha messo di più, che ha dato di più, che è stato capace del pensiero differente e del rischio grosso, restando in pista e confidando nella pioggia anche quando la pioggia sembrava aver già fatto la sua dispettosa comparsa. Pioggia che invece è tornata e ha regalato al pilota della Honda la più insperata e probabilmente anche la più enorme delle gioie possibili: vincere in casa propria e con una moto che col verbo “vincere” (ultimamente) c’entra niente di niente.

"Difficile da credere – ha detto il francese con la faccia di uno che si piangerebbe l’anima - ancora non capisco cosa sta succedendo, gli ultimi giri sono stati lunghi e ho bisogno un po' di tempo per metabolizzare. Ma è magico. Con le gomme da bagnato abbiamo cercato di controllare senza fare il cambio e restando in pista, è arrivata più pioggia e vedevo Marc arrivare. Non avrei mai creduto che sarebbe potuto succedere così, questa scelta di gomme è stata pazzesca. All'ultimo giro ho salutato il pubblico, è uno dei quei momenti che mi ricorderò per sempre".
La storia di ogni rivoluzione, però, racconta pure di teste che finiscono a terra. E è stato così anche a Le Mans, con Pecco Bagnaia fuori dai giochi fin da subito, Fabio Quartararo pure e Alex Marquez anche. Chi, invece, la testa l’ha portata a casa (con la testa) è quel Marc Marquez che alla fine tornerà a casa da Le Mans con un secondo posto e un vantaggio in classifica che diventa di ben ventidue punti dal fratello Alex e di addirittura 51 da Pecco Bagnaia. Un secondo posto, insomma, che è valso molto, ma davvero molto di più, di un primo. “Gara pazza – ha detto Marc Marquez - Io ho copiato il principale avversario del campionato: mio fratello Alex. Penso sia stata la strategia giusta, ma comunque Johann era più veloce. Ho spinto, ma Johann continuava ad aumentare il suo vantaggio. Io cercavo di gestire su Alex, poi è caduto. Sono contento perché questa era una di quelle domeniche da non sprecare e io ne ho già sprecate due”.
Dietro l’otto volte campione del mondo un Fermin Aldeguer praticamente perfetto, capace di soffrire, di ritrovarsi davanti, rifinire indietro e costruire una nuova rimonta. Roba che un rookie se la sogna. Roba che riesce solo a chi veste i colori del Team Gresini, la famiglia in cui la parola “impossibile” non significa niente. “Sono sorpreso perché stamattina quando ho visto il meteo mi sono detto che sarebbe stato difficile per me, senza esperienza poter lottare davanti – ha ammesso il giovanissimo spagnolo - Ma poi in gara, dopo il caos iniziale, ho continuato a sentirmi sempre meglio, avevo un passo incredibile e ce l'abbiamo fatta".
Ma perché tutto questo caos? Perché, come al solito, chi dovrebbe prendere decisioni secondo saggezza le ha prese secondo spettacolo. Bandiera bianca quando era evidente che piovesse e tutti i piloti al box. Da lì la decisione di esporre la rossa e fissare la ripartenza. Già nel giro di allineamento, però, molti piloti hanno cambiato moto, scegliendo quindi di effettuare due long lap in gara come previsto dalle nuove regole. Altri sono regolarmente partiti con gomme da bagnato e tra questi anche Pecco Bagnaia, che però s’è subito ritrovato addosso Enea Bastianini. Caduta per il vicecampione del mondo e moto rimessa in pista, ma il pasticcio è arrivato poco dopo, con Pecco che è comunque rientrato al box per cambiare moto nel tentativo di una rimonta che già a quel punto sarebbe stata impossibile. Una scelta che s’è rivelata deleteria quando la pioggia è tornata a farsi insistente e Bagnaia è dovuto rientrare di nuovo al box per riprendere la moto incidentata con le gomme da bagnato. Se fosse rimasto in pista, come Joahnn Zarco, il copio sarebbe stato decisamente un altro per lui, costretto a tornare da Le Mans, invece, con zero punti in tasca.
Bagnaia, però, non è stato l’unica vittima della confusione assoluta generata dopo la partenza. Anche Fabio Quartararo, che nelle prime fasi della gara sembrava destinato a vincere a mani basse, s’è fatto prendere la mano, cercando una rimonta inutile su Marc Marquez (che doveva ancora effettuare entrambi i long lap, mentre Quartararo li aveva già fatti). Anche per il pilota della Yamaha brutta caduta e speranze mandate in fumo. Stessa sorte, poco dopo, per Alex Marquez, che pure sembrava in controllo, comodamente al terzo posto nella seconda parte di gara. Sul podio virtuale, dietro a Zarco sempre più imprendibile e a Marc Marquez, per qualche giro c’è finito Pedro Acosta, poi scalzato da Fermin Aldeguer negli ultimi giri.
Tantissimi i piloti finiti a terra, a cominciare da Joan Mir, travolto dalla moto di Bagnaia dopo la partenza (per Mir accertamenti in ospedale) e poi Jack Miller, Miguel Oliveira, Brad Binder, Franco Morbidelli (che ha comunque chiuso quindicesimo) e altri. Un inferno vero, insomma, che ha disegnato una classifica su cui non avrebbe scommesso neanche il più visionario dei giocatori d’azzardo: Pedro Acosta (quarto), poi Maverick Vinales, Takaaki Nakagami, Raul Fernandez, Fabio Di Giannantonio, Lorenzo Savadori e Ai Ogura a chiudere la top 10. Solo altri sei i piloti al traguardo e nel seguente ordine: Luca Marini (undicesimo), Alex Rins, Enea Bastianini, Marco Bezzecchi, Franco Morbidelli e un Pecco Bagnaia che, sedicesimo, si ritrova pure con la beffa di non aver raccolto neanche un misero punto di consolazione.
