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LE BOMBE DI CAMPORESE SU MOW: “Sinner? Ecco perché non deve temere Zverev né Alcaraz. Anche senza Jannik non si sono nemmeno avvicinati a lui”. E su Berrettini e il vero obiettivo del numero uno al mondo…

  • di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

  • Foto: illustrazione realizzata con IA

11 maggio 2025

LE BOMBE DI CAMPORESE SU MOW: “Sinner? Ecco perché non deve temere Zverev né Alcaraz. Anche senza Jannik non si sono nemmeno avvicinati a lui”. E su Berrettini e il vero obiettivo del numero uno al mondo…
Sinner non deve temere né Alcaraz né Zverev, parola di Omar Camporese. In un’intervista esclusiva su MOW, l’ex tennista analizza il ritorno in campo del numero uno al mondo dopo 104 giorni di stop: “È stato più concreto che bello, ma è quello che serviva”. E sulle condizioni di Jannik aggiunge: “Fisicamente c’era, gli errori sono arrivati solo per mancanza di ritmo”. Poi l’affondo sui rivali: “Alcaraz ha vinto a Montecarlo ma è uscito subito a Miami e Indian Wells, Zverev persino in un 250: anche senza Sinner non si sono avvicinati”

Foto: illustrazione realizzata con IA

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

C’è qualcosa di più potente di una vittoria: tornare in campo dopo un'assenza lunga e ingiusta, con tutto il peso delle attese addosso e il Foro Italico che esplode come non succedeva da tempo. Jannik Sinner è finalmente rientrato, dopo 104 giorni e una vicenda che ha lasciato strascichi, ma che ora si chiude con un ritorno “più concreto che bello”. E a raccontarlo, con lucidità ed emozione, è uno che di tennis ne ha respirato tanto: Omar Camporese. Ex numero 18 del mondo, voce tecnica in telecronaca. In quest’intervista, Camporese parla del debutto romano di Sinner, della prova mentale e fisica contro Navone, del servizio da registrare ma soprattutto di un ritorno che definisce “positivo, concreto, pienamente nella norma”. Ma non si ferma a Jannik: analizza anche la ripartenza di Matteo Berrettini, quella scritta con un “mi siete mancati” sulla telecamera ma scolpita soprattutto nei colpi da terra battuta e nella ritrovata serenità in campo. E lancia uno sguardo anche ai rivali, da Alcaraz a Zverev, “che non hanno fatto nulla di straordinario”. Ma quello che conta per il nostro numero uno al mondo era dire “ci sono” perché, come dice Camporese, “vincere le partite quando non giochi bene ha sempre un valore doppio”.

La commozione di Matteo Berrettini agli Internazionali
La commozione di Matteo Berrettini agli Internazionali

Cosa vuol dire per un ex tennista commentare il ritorno di Sinner in campo dopo 104 giorni?

È stato emozionante, per tutti credo, non solo per lui. Aspettavamo con grande interesse il suo ritorno dopo questa ingiusta sosta di cui non voglio neanche più parlare anche e soprattutto per rispetto nei suoi confronti.

Da quanto al foro italico, non si sentiva una bolgia simile?

Non solo emozionante, ma anche curioso, perché era da una vita che non si sentiva un pubblico così italiano per sostenere il nostro numero 1 al mondo.

Durante la telecronaca hai sottolineato molto spesso l’aspetto mentale, pensi che gli errori che ha commesso Jannik siano stati più dettati da una sorta di ansia da prestazione piuttosto che da una questione fisica?

Sì, perché fin dai primi colpi ho visto che fisicamente c'era, che la palla la colpiva bene. Quindi poi quello che mi interessava vedere era la tenuta mentale, come avrebbe gestito tutte quelle sensazioni che oramai aveva perso. Perché stare fuori tre mesi sembra poco, ma credetemi che riprendere il ritmo partita è difficile.

Se dovessi fare un bilancio, come ti sentiresti di descrivere questo ritorno?

Un bilancio positivo perché ha vinto una partita contro un buon giocatore. Ma soprattutto contro un giocatore che a lui serviva tantissimo per ritrovare i colpi, dato che Navone palleggia benissimo da fondo campo, gli ha dato ritmo e per lui sarebbe stato peggio se avesse giocato contro un Kyrgios della situazione, giocatori di questo tipo che non ti danno mai la palla e che giocano in modo completamente diverso rispetto all'argentino. Mi sembra che non sia cambiato niente rispetto a quando lo abbiamo visto in Australia. Quello che ho notato, però, è che non ha servito bene, ha avuto una percentuale un po’ bassa, attorno al 50%.

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Chi deve temere nel suo cammino ora?

Nessuno. Deve solo essere felice del ritorno, anche perché, nonostante siano stati tre mesi difficili, abbiamo visto che i suoi diretti avversari, ovvero il numero 2 e il numero 3 del mondo non hanno fatto quasi nulla. Sì, hanno girato per il mondo, ma non si sono nemmeno avvicinati a lui, se non per la vittoria a Montecarlo di Alcaraz, ma a Miami è uscito subito, a Indian Wells anche. Poi c'è Zverev che è uscito addirittura i primi turni di un 250 come quello di Monaco. Insomma, gli altri non hanno fatto cose incredibili, ma noi guardiamo in casa nostra.

Ma il vero obiettivo di Sinner resta Parigi?

Sì, direi che Sinner sta giocando Roma per essere al top a Parigi. Dentro la sua testa c’è La volontà di giocare un buon Roland Garros. In quest'ottica rientra anche la scelta di andare a giocare ad Amburgo, perché più prende il ritmo partita e meglio è. Ora serve solo che ritrovi a pieno sé stesso, anche perché gli errori che ha commesso non sono stati dettati da problemi tecnici quanto, piuttosto, dalla fretta. Avrebbe dovuto avere un po’ più di pazienza, ma ieri sera andava bene tutto, rientra nella piena normalità. La cosa positiva è che la partita non sia andata per le lunghe, altrimenti sarebbe stato un problema. Vincere le partite quando non giochi bene ha sempre un valore doppio. Ieri sera lui è stato più concreto che bello.

Berrettini invece sulla telecamera di Roma ha scritto “mi siete mancati”. Come lo hai visto?

Bene, centrato, attento, ha giocato da terra battuta ed era sicuro di sé. Non è andato di fretta, ha accettato lo scambio, non spinge tutte le palle, ha manovrato bene il punto da fondo campo e quando ha la possibilità va a cercare il punto a rete. Grandissima percentuale di prime, mi sembra che abbia fatto tutto giusto. Sono molto positivo su Matteo.

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