Pensavamo che la diatriba tra Jannik Sinner e Federica Pellegrini sul caso doping fosse conclusa definitivamente. Il numero 1 al mondo non ha mai risposto alla nuotatrice, se non en passant e senza nominarla quando è stato ospite di Gian Marco Chiocci nell'intervista esclusiva al Tg Uno. Ma riaprire la discussione è proprio Matteo Giunta, marito della ex campionessa che, ospite del programma “La volta buona” di Caterina Balivo ha ribadito la loro posizione in risposta alle parole di Filippo Volandri. “Quando io sento persone che giudicano, come per esempio nel caso della Pellegrini, penso magari ha una laurea magistrale in giurisprudenza e noi non ne eravamo a conoscenza; quindi, è un avvocato e non lo sapevamo, o si è letta le oltre 40 pagine della sentenza. Ma anche nel caso in cui dovesse averle lette ha dimostrato di non averle capite. Quando poi addirittura provano a emettere le sentenze, quello mi fa storcere il naso”, aveva detto il capitano degli azzurri.

Aggiungendo che “o sei competente e allora hai tutto il diritto di dare un’opinione, oppure non sei competente e allora apprezzo quelli che lo hanno ammesso e non si sono esposti. Di tutta questa storia ho apprezzato soprattutto quelli che hanno detto che non si sarebbero espressi perché non avevano le competenze o le informazioni per poterlo fare”. Ma Giunta, evidentemente, non la pensa come lui e replica in modo durissimo: “Non ho voluto fare nessuna dichiarazione perché vengono sempre male interpretate. Più tu cerchi di spiegare le cose, più si attaccano ha delle piccole situazioni che vengono sempre fraintese. Poi, se qualcuno è un odiatore seriale, troverà sempre il modo per attaccarti nel bene o nel male”. Ma poi comunque la sua la dice lo stesso: “Per me che ho sempre vissuto nel mondo dello sport da tutta una vita, così come per Fede, il discorso del doping è un argomento molto sensibile e per noi c'è sempre stata tolleranza zero. Quando si usano queste cose è giusto che l'antidoping sia severo e molto rigido nel suo regolamento. Succedono poi casi con degli effetti collaterali in cui l'atleta, magari inconsapevolmente, comunque senza dolo, cade in questo problema”.

Poi la pesantissima frecciatina (serviva ricordarlo?) al volto della Coppa Davis italiana: “Ma anche Volandri penso che lo sappia, ha avuto a che fare con il doping, è stato squalificato per tre mesi; quindi, probabilmente anche per loro è un argomento molto sensibile. Penso quindi che tutti dovremmo misurare molto le parole, ma anche quando misuri le parole c'è sempre qualcuno che vuole fraintendere”. Beh, proprio ora che il nostro numero 1 al mondo sta per tornare in campo agli Internazionali di Roma, dopo che ha dimostrato in ogni modo tutta la sua innocenza, c'era davvero bisogno di aprire nuovamente il sipario su un caso che non fa bene a lui e che non fa bene all'intero movimento sportivo?