“Fino a questa mattina ho provato cose per Honda: nuovi materiali e settaggi che possano aiutarci nello sviluppo della moto del prossimo anno” – Marc Marquez dopo la bandiera a scacchi di Sepang è sereno. Sapeva che non sarebbe stato protagonista nella lotta di vertice e così è andata. Esattamente come aveva detto sabato: “Non è realistico pensare alle prime cinque posizioni, da quinto a decimo sarà già buono”. Sotto la bandiera a scacchi, in effetti, c’è passato settimo. E’ sereno, ma chiaramente non è contento.
“Quando sono tornato al box – ha spiegato Marquez – mi hanno fatto vedere dove era arrivata la seconda Honda. Ma la verità è che questo non mi interessa. A me interessa solo che sono arrivato a ben quattordici secondi da chi ha vinto e questo non va bene. Dobbiamo lavorare”. A farlo è stato lui per primo, accettando anche in un fine settimana di gara di mettersi la tuta del collaudatore e “fare lo Stefan Bradl”. C’è la necessità di rimettere seriamente mano sul progetto della Honda RC213V e porre le basi per la moto con cui riprovare l’assalto al titolo nel 2023. “Io mi sento ancora un bambino – ha detto il sette volte campione del mondo quando gli è stato fatto notare che nella MotoGP moderna nessuno ha vinto un mondiale oltre il 30esimo anno di età – Ho più esperienza, l’incoscienza magari non è quella di una volta, ma ho lo stesso entusiasmo e la stessa voglia. Non sento l’età come un limite”.
Il limite, al momento, non è l’età e tutto sommato non è nemmeno il fisico: “Sto migliorando, la spalla fa sempre meglio il suo lavoro e sento che la migliore forma sta tornando”. Un modo per dire che l’unico problema che resta è la moto. “Honda deve poter lottare nelle posizioni di vertice – ha aggiunto Marquez – Non posso dire che non si sta lavorando e quanto impegno si mette ogni giorno lo vedo con i miei occhi, ma non possiamo sbagliare e dobbiamo essere tutti concentrati sullo sviluppo. Voglio aiutare Honda in questo”. Anche perché il rischio è che si avveri una minaccia: “Mio fratello Alex – ha scherzato Marquez – mi dice ogni giorno che l’anno prossimo con la Ducati metterà la freccia e mi sorpasserà in tutti i rettilinei. Non voglio che questo accada e non vuole neanche Honda: Honda è pur sempre Honda”. Un messaggio, il suo, per ribadire, in maniera neanche troppo velata, che il più veloce dei piloti merita la più veloce delle moto: o la RC213V lo diventerà entro la prossima stagione, oppure Marc Marquez valuterà seriamente l’ipotesi di fare le valigie.