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Marc Marquez a fuoco su Sepang 2015: “Con Valentino Rossi farei esattamente lo stesso, poteva fermare i fischi e non l’ha fatto”

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

22 ottobre 2022

Marc Marquez a fuoco su Sepang 2015: “Con Valentino Rossi farei esattamente lo stesso, poteva fermare i fischi e non l’ha fatto”
In una lunghissima intervista, Marc Marquez torna a parlare (davvero) del 2015, della rivalità con Valentino Rossi e di quello che ha generato, arrivando a chiudere definitivamente a un riavvicinamento: “Non lo vuole lui e nemmeno io. Gli anni passano e a me importa sempre meno”

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

I piloti sono persone, anche quando si tratta di fuoriclasse. Ecco perché il mestiere del giornalista, tutto sommato, non potrà mai essere  sostituito completamente da video, documentari e quant’altro. Qui ne abbiamo una prova straordinaria: se Marc Marquez si è aperto rilasciando dichiarazioni nuove (e già discusse) su di un argomento, quel 2015 tra lui e Valentino Rossi, che in passato ha sempre affrontato con grande distacco, è perché aveva grande confidenza con l'interlocutore.

Il giornalista a cui ha parlato si chiama Mela Chercoles, spagnolo di grandissima esperienza che ha realizzato questa esclusiva con Marc Marquez per il quotidiano AS che riassumiamo di seguito. La prima domanda, dopo un po’ di chiacchiera, è sul fatto che con lui la MotoGP ha un seguito, senza si trova in crisi: “Non voglio vederla così”, la risposta di Marc. “Sarebbe come sminuire i miei compagni di squadra e rivali. È vero che c’era più interesse quando correvano Rossi, Pedrosa e Lorenzo, erano nomi pesanti in lotta per le prime posizioni e c'è un po' più di intrigo a pensare a cosa accadrà accadere. C'è più attenzione con riferimenti e nomi con peso, piloti che possono fare un po’ di casino, nel senso buono della parola, in qualsiasi momento, con sorpassi o con l’improvvisazione”.

Così, Chercoles gli chiede se alla MotoGP di quest’anno al pubblico è mancato più lui o Valentino Rossi: “È un po’ diverso: Valentino si è ritirato, è chiaro che in MotoGP manca molto ma è una cosa che va accettata, così come sono stati accettati i ritiri di altri piloti. Quando un pilota è a casa infortunato invece c'è sempre la speranza che torni ed è per questo che manca. Rossi manca al campionato e alle tribune, perché l'altro giorno, ad esempio, in Australia c’erano tanti 46 e sue bandiere”.

Poi, la domanda che ha reso questa intervista la pallina di un flipper tra le testate che lavorano nella MotoGP: se tornassimo al 2015, qui in Malesia, faresti lo stesso con Valentino Rossi?  “A Phillip Island è venuto con i fogli dei tempi alla conferenza stampa. Ricordo perfettamente. Non ci ho capito niente, perché è come se dicessero che domenica scorsa ho passato tutta la gara a giocare e a sorpassare e che alla fine ho superato Bagnaia perché mi andava e invece non ho passato Rins perché ho deciso così. Parole senza senso”. E continua: “A 22 anni e come è successo tutto, sì, mi comporterei di nuovo allo stesso modo. Ripeto, avendo 22 anni e per come è andata, non mi comporterei diversamente, l'unica cosa che ho fatto è stata lottare in  gara, più del solito nei primi giri, ma anche Rossi l’ha fatto. Nessuno dei due era più veloce dell'altro, abbiamo combattuto per alcuni giri finché uno di noi ha perso il controllo. Credo che tornando indietro avrebbe gestito tutto diversamente da come ha fatto, perché quello che ha perso la pazienza è stato lui”.

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Resta, comunque, il tema del correre contro, di scendere in pista non per vincere ma per far perdere un altro. Marc Marquez però non lo accetta: “No. La realtà è quella che è. Se avessi voluto intromettermi o dare spettacolo non avrei rischiato di sorpassare Lorenzo alla curva dieci, in discesa a Phillip Island. A Sepang se guardi il ritmo nelle prove non ne aveva più. Lorenzo e Pedrosa ne avevano più di tutti, ma gli altri no. In quella gara io non ne avevo più di lui, ma ripeto, per quello che è stato creato durante il weekend, per quello che ho provato prima di uscire sulla griglia di partenza e tutto il resto, avrei agito allo stesso modo e avrei combattuto la gara allo stesso modo”.

Altra domanda fondamentale: Il motociclismo è cambiato in peggio dopo il 2015? Marc arriva quindi a parlare dei fischi, dei fan, di quello che è successo più avanti negli anni: “Non saprai mai se è cambiato in peggio o se ha attratto più persone. Questo non possiamo saperlo. Alla fine questa curiosità morbosa genera fan, ma i veri appassionati sono quelli dei piloti e sono sempre lì, più fedeli di tutti, a loro non importa dei colori per vedere se qualcosa è giusto o sbagliato. Quando c'è una controversia in uno sport, quello sport diventa più popolare perché le persone sono interessate e si chiedono cosa stia succedendo. Non dico che sia cambiato, perché non so se succedeva prima, ma questi fischi sul podio e gli applausi per le cadute ci sono stati e c'era una persona che poteva fermarli ma non ha voluto, ed è rispettabile. Ho deciso di voltare pagina e lui ha fatto le sue scelte”.

Infine, Marc Marquez spiega che nelle sue intenzioni non c’è più la riconciliazione con Valentino: “Lui non vuole e non lo voglio nemmeno io. Gli anni passano e a me importa sempre meno, non mi interessa”. Forse servirà altro tempo, ma la sensazione è che due piloti così simili, vincenti e rivoluzionari, finiranno ancora a cena assieme, magari dopo una corsa in pista: telefonatevi tra vent’anni.

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