Piccolo, con praticamente tutte (tranne tre) le curve a sinistra e con un asfalto che si presta al suo straordinario controllo della moto. E’ per questo che Marc Marquez al Sachsenring è stato sempre il padrone incontrastato ed è per questo che, almeno fino a quel maledetto 2020, una sua vittoria al GP di Germania non sarebbe stata neanche quotata dai bookmaker. Troppo facile scommettere sulla certezza che sarebbe stato lui a salire sul gradino più alto del podio.
Adesso, però, in Germania ci si torna con le certezze sovvertite, con un 93 che non è più l’espressione perfetta della ferocia in gara e con una Honda che non è ancora mai salita sul podio. E forse proprio il Sachsenring potrebbe essere il teatro di una svolta che, a questo punto, è necessaria per tutti. Per il marchio più titolato degli ultimi anni in primis, che rischia di ritrovarsi a beneficiare delle concessioni come quei brand che si sono affacciati da pochissimi anni, e senza colossi economici alle spalle, nella MotoGP. E anche per lo stesso Marc Marquez che più volte, recentemente, ha ripetuto che lui non è fatto per lottare nelle retrovie. Un messaggio a se stesso, ma anche all’Ala Dorata per il fenomeno di Cervera. A Barcellona, durante il GP di Catalunya, ha potuto riassaporare l’emozione di sentirsi performante, ma poi è caduto proprio mentre era in piena progressione. Ha scelto di prendere il buono, di concentrarsi sul positivo e il giorno dopo, durante i test, è tornato in pista mettendo in fila più giri di tutti, macinando chilometri e chilometri per testare il suo corpo e la sua moto. Che devono tornare ad essere una cosa sola.
“Dopo la giornata di test a Barcellona, la settimana tra le gare è andata molto bene per recuperare- ha detto l’otto volte campione del mondo - In questo test abbiamo lavorato molto e ora arriviamo al Sachsenring dove mi sono sempre divertito a guidare in passato. Quest'anno ovviamente arriviamo in una posizione diversa, ma speriamo che il layout ci permetta di essere più competitivi dal punto di vista fisico. Vediamo cosa porta il fine settimana”. Quasi una promessa, più che una speranza, per un pilota che sente di aver cominciato a ritrovarsi e che vuole riassaporare prima possibile l’emozione del podio. Sono in tanti, nell’ambiente, a lasciar trapelare un cauto ottimismo e l’impressione diffusa, in effetti, è che in Germania si potrà cominciare a rivedere il vero Marc Marquez. Poi arriverà Assen e, dopo ancora, la pausa estiva, quella che lo stesso pilota ha fissato come scadenza per farsi domande ancora più concrete sul suo futuro. Se starà bene e potrà essere ancora competitivo ci sarà, altrimenti, come ha più volte ammesso anche pubblicamente, l’idea di appendere il casco al chiodo potrebbe anche farsi largo.
Honda lo sa e sta cercando di cambiare passo, così da potergli dare una moto che sia realmente competitiva e che sposi le nuove esigenze fisiche del pilota. A Barcellona hanno provato di tutto: dalle parti meccaniche a quelle aerodinamiche e sembra che le indicazioni avuto da alcune componenti siano più che positive. Dal Giappone, proprio per dare una mano, Honda ha inviato anche un osservatore speciale per capire non solo la moto, ma anche come riorganizzare la squadra per mettere l’otto volte campione del mondo nelle migliori condizioni possibili.