L’intervento alla Mayo Clinic è andato bene. E’ stato lungo, particolarmente delicato, ma i medici sono stati chiari: “Siamo molto soddisfatti”. Adesso, però, per Marc Marquez inizia la così detta “fase due”. Quella della riabilitazione, quella che farà capire una volta per tutte se quel braccio infortunato a Jerez nel 2020 potrà mai ritrovare la piena funzionalità e consentire a Marc Marquez di esprimere tutto il suo immenso talento e, magari, di assaltare pure i nove titoli mondiali di Valentino Rossi. Lui vuole vincere ancora e se ha accettato tutto questo calvario è proprio per tornare a salire sul tetto del mondo e superare quel 46 che da ragazzino era il suo idolo, ma che poi è diventato il suo peggior rivale.
Ci vorrà tempo però, perché spingere sul gas ha già fatto non pochi danni e questo, adesso, lo sa sia Marc Marquez che la Honda. Tanto che Alberto Puig, che di solito ha mostrato una gran fretta di rivedere il suo pilota in pista, ha predicato prudenza: “Ho parlato con Marc più volte in queste ore – ha raccontato il manager spagnolo – E’ contento perché l'operazione è andata a buon fine e anche il dottore è stato molto contento. Non è stato un intervento facile ma tutto si è svolto come previsto. Ora Marc e il chirurgo che ha eseguito l’intervento si vedranno ogni due settimane. Spera di iniziare a fare movimenti passivi in due settimane. Prima con la mano e poi probabilmente con la spalla dopo quattro o sei settimane. Avrà il suo tempo e non ci ha dato un periodo preciso”.
Honda, dalla sua, non metterà scadenze e anche se Marc Marquez vorrebbe tornare almeno per le ultime cinque gare del mondiale 2023, non è escluso che lo rivedremo effettivamente in pista prima dell’inizio della prossima stagione. Anche perché non avrebbe alcun senso andare a rischiare in una annata in cui anche la RC213V non sembra all’altezza della storia di HRC e del Team Repsol. “Il normale processo di guarigione ossea richiede tempo – ha concluso Puig - Non so quanto tempo ci vorrà, ma una risonanza magnetica sarà il prossimo passo. Da lì partirà con la fisioterapia e poi piano piano penserà a tornare in sella. Ragioneremo per step ogni due settimane, senza alcuna scadenza e senza alcuna fretta. La salute di Marc viene prima di tutto”.