Non riuscirei mai a praticare uno sport, qualsiasi sport, senza avere la certezza di poterlo fare al top e di poter, quindi, avere il potenziale per vincere. E’, in estrema sintesi, una delle confidenze di Marc Marquez per Repsol Box, in un articolo pubblicato proprio in queste ore. Il pilota di Cervera ha spiegato che la vittoria è, per lui, una sorta di ossessione positiva che lo spinge a cercare sempre il massimo, affrontando tutto con uno spirito di competizione al limite dell’umano. Soprattutto quando si parla di sport, anche se è una semplice partitella tra amici o uno scambio a paddle senza niente in palio: “Spesso, prima dell’infortunio, mi unico ai miei amici in qualche torneo di paddle, o tennis, o semplicemente per allenarmi con la loro squadra di futsal – ha raccontato l’otto volte campione del mondo - Con l'infortunio al braccio è più difficile, perché devo stare molto attento, ma mesi fa era un modo per condividere con loro i miei tempi di allenamento. Quando potrò tornare, darò di nuovo il massimo, perché non riesco a concepire di praticare uno sport senza arrivare al top”. Un concetto, questo, che Marc Marquez ribadisce ormai in continuazione e che per alcuni fans potrebbe rappresentare un brutto segnale. Non c’è intervista, infatti, in cui il Cabroncito non sottolinea che per lui conta solo “poter vincere” e che l’idea di non riuscire ad essere competitivo basterebbe per fargli decidere di non rimettersi in gioco. Insomma, non farà come Valentino Rossi, che ha scelto di andare avanti anche quando i risultati non sono più arrivati.
Ma, proprio come Valentino Rossi, ha un altro punto fermo: la sua città. Cervera è il luogo magico, quello in cui ricarica le batterie per affrontare lo stress delle corse, scandendo le sue giornate con appuntamenti imprescindibili: la visita al nonno, la passeggiata con i cani e gli amici. “Per me tornare nella mia città è un segno di pace e, senza dubbio, il luogo ideale per prepararsi mentalmente alla prossima gara – ha spiegato l’otto volte campione del mondo - Essere certo che lì prevarrà la tranquillità mi conforta, perché non c'è niente come avere la calma di essere al solito posto. Una volta arrivato, la prima cosa che faccio è portare a spasso i cani. Ho la fortuna di avere molta campagna vicino a casa mia, quindi loro e io ci godiamo quelle passeggiate tra erba e terra come bambini. Certo, non posso fare troppo tardi perché non riesco a immaginare di finire la giornata senza andare a trovare mio nonno. Adesso è più difficile pianificare molte cose, ma anche le uscite con i miei amici sono all'ordine del giorno. Nei fine settimana senza corse, dato che lavorano durante la settimana, abbiamo sempre organizzato qualcosa. Piscina, cibo, barbecue... Tutto va bene per distrarci. Siamo soliti cenare in un ristorante italiano in città e ordinare la pizza o andare in una steakhouse. Anche se, se dovessi scegliere un posto, voterei sempre per mangiare a casa”.