“Quando l’ho sentito parlare di smettere, quando gli ho sentito dire che la sua carriera poteva essere finita, ho capito davvero cosa stava provando” – Lo ha raccontato Alex Marquez e il riferimento, è chiaro, è a suo fratello Marc. In una lunga intervista, il più piccolo dei fratelli di Cervera è tornato a parlare dei due anni terribili dell’otto volte campione del mondo. E anche di un crollo emotivo che effettivamente c’è stato ed è stato molto più potente di quanto poi è apparso all’esterno.
“Non ha deciso subito di fare il quarto intervento, anzi è stata una decisione molto sofferta – ha detto Alex – e un giorno ne abbiamo parlato insieme. Non mi aveva mai parlato apertamente di un ritiro, ma quel giorno ne parlò: era tormentato dall'incertezza su cosa avrebbe fatto se non si fosse ripreso, se non fosse stato al 100%, se valesse la pena continuare”. Marc Marquez che parlava come parlerebbe un ex pilota e che era arrivato addirittura a dire che “avrebbe voluto continuare a restare nelle corse, magari aiutando i giovani”. “Quella volta ho avuto davvero paura che facesse sul serio – ha proseguito Alex – poi provai a buttarla a ridere, dicendogli di non fare lo scemo perché sarebbe tornato in moto velocemente non appena fatta un po’ di riabilitazione dopo l’intervento”.
Ne esce l’immagine di un Marc Marquez fragile, in preda a qualcosa di molto simile alla paura. Non quella della velocità, ma quella di non poter più essere veloce, quella di non riuscire più a affermare un talento che è oggettivamente superiore. Con tanto di rimorsi rispetto a un modo di intendere le corse che prima di Jerez non aveva tenuto conto della possibilità che qualcosa andasse storto. E meno che mai della sfortuna. “Pensava che il suo limite era ancora lontano – ha raccontato Alex – Dopo Jerez 2020 è molto cambiato, ma non è cambiato il suo spirito. E’ un vincente nato, è uno che non conosce altro rispetto all’andare e vincere. Adesso non cerca più il titolo, cerca di ritrovare se stesso e ricominciare a fare quello che faceva prima con la moto. Nella vita di un pilota, anche di un grandissimo campione come Marc, c’è un momento in cui ti senti invincibile e poi può capitare che ne arrivi un altro in cui quella forza non ce l'hai. E poi soffri. Ma Marc è un pilota eccezionale, capace di fare cose meravigliose, non ha perso il suo DNA e se troverà la giusta serenità con se stesso, sarà molto forte, magari più di prima”.