Secondo quanto riportato da Manuel Pecino a Giovanni Zamagni in un collegamento su moto.it, l’odissea di Marc Marquez è ben lontana dalla conclusione. È ormai assodato che lo spagnolo, durante il terzo intervento effettuato a Madrid, ha riportato un’infezione al braccio probabilmente causata dalla placca di supporto inserita dai medici. Non si parla nemmeno più di rientro in pista quanto, purtroppo, di salvare il braccio al pilota: nel caso in cui l’infezione dovesse propagarsi infatti, potrebbe addirittura dover essere necessaria l'amputazione, anche se in molti (come il Dr. Pegoli) la reputano una possibilità remota.
Nel frattempo da Tokyo è partita una delegazione dei piani alti di HRC che gestirà le prossime scelte dell’8 volte iridato, prima delle quali la possibilità di volare negli Stati Uniti in cerca di un’equipe medica all’altezza della situazione che, dall’incidente di Jerez, non ha fatto che peggiorare.
Sempre secondo Manuel Pecino, la responsabilità è da attribuire principalmente allo staff medico presieduto dal Dr. Xavier Mir e, in secondo luogo, ad Alberto Puig e Tetsushiro Kuwata del Team Repsol, che non avrebbero frenato le ambizioni del pilota di tornare in pista. Emilio Alzamora invece, ex pilota nonché manager dei fratelli Marquez, aveva insistito affinché Marc si prendesse più tempo per tornare in pista.
Questa mattina infine, Honda ha confermato i suoi piloti in MotoGP per il 2021: ufficialmente Marc Marquez correrà a fianco di Pol Espargarò, chiudendo di fatto alla possibilità di vedere Andrea Dovizioso o il fratello Alex in sella alla RC213V. Tuttavia in oltre mezz'ora di conferenza non è stata fatta parola sulle condizioni attuali dell'8 volte iridato, il che non lascia presagire nulla di buono. La sensazione è che a salire sulla moto di Marc, in attesa del recupero dello spagnolo -che potrebbe protrarsi per tutto il 2021- sarà ancora il tedesco Stefan Bradl. Una scelta principalmente dovuta a questioni di budget, in quanto Marc ha un contratto di 4 anni con HRC di circa 12 milioni di euro a stagione che l’azienda giapponese deve continuare a pagare. Va da sé che mettere sotto contratto un altro pilota titolare in un momento economico così delicato sarebbe un azzardo.
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