Via Alex Marquez e dentro Alex Rins. E’ quello che succederà l’anno prossimo nel team satellite di Honda. E domenica, a Phillip Island, Marc Marquez ha dovuto capire perché Honda ha preferito lo spagnolo della Suzuki a suo fratello. Rins, infatti, è riuscito a tenersi dietro Marc fino alla bandiera a scacchi, chiudendo tutte le porte e dimostrando di essere un pilota in grado di lottare concretamente per il mondiale. Tanto che è stato lo stesso Marc Marquez a riconoscerlo.
“Alex è stato pazzesco, faceva linee strettissime e non ci sono mai stati spazi dove potersi infilare davvero. Non c’è stato un vero corpo a corpo, ma è stata una gran bella lotta – ha spiegato l’otto volte campione del mondo, che poi ha provato a buttarla a ridere – posso congratularmi con Rins, ma non posso certo augurargli il meglio per il futuro, visto che sarà mio avversario e avrà la mia stessa moto. Il fatto che arriverà in Honda per me sarà un problema perché comunque si tratta di un avversario forte da dover battere, ma abbiamo tutti da guadagnarci perché remeremo tutti nella stessa direzione: far crescere la Honda e renderla competitiva”. La RC213V, infatti, preoccupa MarcMarquez molto più di quanto lo preoccupino le sue reali condizioni di salute, tanto che l’otto volte campione del mondo è arrivato quasi a sminuire la sua prestazione in Australia: “La verità è che il ritmo è stato piuttosto lento e questo mi ha aiutato tantissimo – ha spiegato – Ho il dovere di essere realista e penso che in Malesia sarà diverso e soffrirò. A Valencia, invece, potrei avere una buona occasione”.
Un campione è consapevole di quando poter osare e di quando, invece, doversi accontentare e Marc Marquez, adesso, sembra aver maturato anche questa capacità dopo tre stagioni che sono state un calvario: “Non si può pensare di passare dall’inferno al paradiso in un istante – ha aggiunto – Solo qualche mese fa rischiavo di dover smettere per sempre e sarebbe stato difficile credere che sarei potuto tornare sul podio nel 2022. Chiaramente non mi accontento, c’è molto lavoro da fare e anche l’aver raggiunto Nieto a quota 100 podi è uno stimolo in più per non fermarmi proprio adesso”. Per non fermarsi, però, Marc Marquez avrà bisogno di Honda e di avere praticamente carta bianca. E’ quello che ha chiesto, anche se in maniera molto velata, subito dopo il GP dell’Australia: “Ho dimostrato a Honda che posso ancora lottare per un mondiale – ha spiegato – Prima della partenza ho scelto la gomma morbida, loro erano assolutamente contrari, ma mi sono imposto anche se sapevo che si trattava di un azzardo. Era l’unico modo per poter stare davanti e è andata come volevo”.