Di telaio Kalex negli ultimi mesi si è parlato tantissimo, spesso considerandolo l’ultima spiaggia per una Honda ormai in balia dei costruttori europei. Al netto dal fatto che l’azienda tedesca non ha inventato un telaio per HRC ma ne ha prodotto uno su specifiche arrivate dal Giappone, com’era prevedibile non è solo con un telaio che si risolvono i problemi di un prototipo complesso e raffinato come la MotoGP. “È un passo in avanti in alcune aree, ma abbiamo bisogno di migliorare di più”, ha raccontato Marc Marquez a MotoGP.com dopo il weekend a Le Mans, in cui sia lui che il compagno di squadra hanno potuto utilizzarlo. “Stiamo ancora perdendo troppo, rischiamo moltissimo in frenata per rimediare a quello che perdiamo in accelerazione e in rettilineo”. Alla Honda mancano trazione e velocità quindi, e se è vero che un po’ di confidenza in più aiuta è anche vero che difficilmente basta. Marc ha parlato piuttosto chiaramente di come ora, con la Honda, sia necessario entrare molto più forte in curva per fare la differenza: “Sembra che con il telaio Kalex sia necessario rivedere un po' lo stile di guida”, ha detto lo spagnolo. “Devi entrare più veloce in curva ma non hai bisogno di spingere e puoi permetterti più errori. Puoi andare a lungo e chiudere la traiettoria mentre con l'altro telaio è complicato, senti meno l’anteriore. Questo telaio sembra darti più sensibilità sul davanti, ti avvisa di più”.
Per quanto questo possa essere un passo nella giusta direzione, Marquez ha sottolineato quanto HRC sia ancora lontana dall’avere una moto vincente: “Il telaio ha una piccola differenza, un piccolo aiuto. Ma non è la soluzione. Mir lo stava usando ed è un campione del mondo, eppure era dietro ed è caduto. Per essere più competitivi dobbiamo fare altre modifiche in futuro, ogni anno i piloti Honda sono in cima alla classifica delle cadute”. La sensazione è che per rivederlo al meglio delle sue capacità dovremo aspettare il GP di Germania al Sachsenring: al Mugello, tra una decina di giorni, Marc ha vinto una volta sola da quando corre in MotoGP, oltretutto in quel 2014 in cui vinse senza interruzioni i primi 10 GP.