"Se si può fare oggi, meglio di domani. Da un giorno all'altro un infortunio può far cambiare ogni scenario” – Marc Marquez ha vestito i panni del filosofo all’evento di Estrella Galicia a Madrid e, come riportato da Marca, ha voluto ricordare a tutti di essere pronto a riprendere ciò che ritiene suo: il titolo mondiale. Non il nono, come ha precisato il fenomeno di Cervera, ma “un nuovo mondiale, perché non esiste il nono o il decimo, esiste solo il prossimo”.
E’ così che ragionano i vincenti e di Marc Marquez tutto si può dire tranne che non lo sia. Cercare la vittoria è qualcosa che è nella sua natura e è per questo che ha raccontato di aver sofferto in Qatar, per il primo GP del 2022. Lì c’era la necessità di cominciare finendo la gara, senza strafare e lui c’ha provato, chiudendo quinto e conquistando fiducia oltre che punti importanti. Ma una gara corsa in conserva non cambia il modo di essere di un pilota, tanto che il 93 non ha nascosto di essersi quasi annoiato: “Il mondo non finisce quest'anno, ma se posso, voglio vincere quest'anno. Non mi nascondo. In tutti gli sport ci sono cambi generazionali, ci sono piloti che conosco di più, come Pol, e altri meno, come Bastianini. Quelli di noi che sono partiti da favoriti, in Qatar, non erano nemmeno tra i primi cinque. L'obiettivo è fare punti in ogni gara per essere pronti e prendere rischi solo quando si sente che è il momento”.
Adesso, evidentemente, Marquez sente che quel momento non è arrivato. Non tanto per il suo fisico, che sembra pienamente ristabilito, quanto per la necessità di trovare il dovuto feeling con la nuova moto, che ha miglior grip e maggiore potenza, ma che è diversa nel comportamento in curva e più ingombrante nelle dimensioni. “L'anno scorso – ha spiegato - sono tornato a Portimao e non ero nemmeno tra i primi 10 e poi ho finito per vincere due gare di seguito. Ecco perché bisogna avere pazienza. Dobbiamo fare punti ora, ma non so quanto durerà la pazienza. In Qatar sono partito con una strategia conservativa. Una buona gara era un terzo o un secondo, ma per ritmo ero quinto. Meglio avere 11 punti che cadere. Per questo ho scelto la gomma morbida, mi dava più opzioni per finire, non vale la pena fare tutte le gare come quella in Qatar, non puoi andare così per tutto il campionato, devi vincere le gare". In sintesi: chi non rischia non vince. E’ così che Marquez la pensa da sempre e già in Indonesia proverà a tornare a fare il Marc Marquez: “Devi rischiare. In MotoGP adesso se vai prudente finisci decimo. Quindi partirò per l’Indonesia puntando alla vittoria, ma la verità è che poi sono le prime uscite del venerdi e del sabato a dirti dove puoi arrivare. In Qatar era il quinto posto e sono arrivato quinto, quindi sono contento”.
E poco importa che il suo compagno di squadra, Pol Espargarò, sia riuscito a passargli la paga. Ci sta e per ora va bene così, con Marquez che ha ribadito di non curarsi dei suoi compagni di squadra: “Ho sempre avuto compagni di squadra forti in Honda. Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo o mio fratello Álex, con il quale mi sono incontrato raramente, ma che è finito sul podio. La Honda vuole sempre due piloti forti. Con Pedrosa e Lorenzo ero al top ; ora mi sto riprendendo. Pol si è adattato bene, è veloce. Sta andando bene, una sana rivalità in area per crescere. Con Pedrosa abbiamo lottato per il Mondiale; Lorenzo è stato ingaggiato per lottare per il Mondiale Coppa del Mondo, ma a causa delle condizioni non poteva. Álex era un rookie e ha sostituito Jorge. Non si poteva chiedere di più. Pol è stato ingaggiato per vincere la Coppa del Mondo e ovviamente lo vedo lottare per la Coppa del Mondo". La sfida che gli interessa, piuttosto, è un’altra e è impossibile, ma in un ipotetico mondo dei sogni sull’altra RC213V del Team Repsol vorrebbe vedere Mick Doohan, Casey Stoner o Emilio Alzamora (che è anche il suo manager): “Vediamo chi frena più tardi”