Lo aveva detto dopo il venerdì delle libere: per fare bene qui servirà un miracolo. Evidentemente, se ti chiami Marc Marquez, i miracoli esistono davvero e si manifestano con una certa cadenza, al punto che Marc parte 8° e chiude 4° nella sprint dopo aver corso una gara sempre all’attacco. L’ultimo sorpasso, all’ultimo giro su di un Aleix Espargarò in difficoltà, sembra l’ennesima conferma del fatto che a fermare il cabroncito sia soltanto il mezzo tecnico, perché la fame c’è ancora e il talento anche. Per lo spagnolo questo è un circuito speciale: è qui che Marc ha vinto, nel 2019, il suo ultimo titolo, festeggiato con la palla numero 8 del biliardo e un casco d’oro. Un ricordo abbastanza dolce da convincerlo a portare un altro casco speciale in Thailandia, fatto di richiami alla cultura del posto e da “colori e oro in ogni dettaglio”.
“Mi sono divertito oggi”, ha raccontato Marc ai microfoni di Sky. “Specialmente perché il passo c’era. Il giro veloce l’ho fatto bene e a inizio gara mi sentivo a posto, poi alla fine con la gomma usata mi sembrava di andare anche un po’meglio. All’ultimo giro quando ho visto che Aleix sbagliava ho detto ‘dai, proviamo’. In quell’ultima curva… È una curva molto simile a quella di Austin, o in India… La Honda con la staccata completamente dritta va bene”.
A dare una mano all'otto volte iridato - come a Fabio Quartararo, che però ha chiuso 11° dopo aver lottato con le Ducati per tutta la gara - sono gli pneumatici messo a disposizione di Michelin, i quali più che dare una mano alle giapponesi non favoriscono troppo le europee: “Un po’ la gomma aiuta”, ha confermato a questo proposito Marquez. “La Ducati non può usare tutta la potenza… non lo so, il prossimo anno vedrò, ma è certo anche che ieri facevo più fatica ma non volevo cadere. Oggi avevo più confidenza e sono andato all’attacco. Domani sarà più difficile perché se devo guidare come nella Sprint Race per tutta la gara è dura”.
Evidentemente però, la notizia fondamentale per lui è un'altra. A tre settimane dall'annuncio del divorzio tra Marc Marquez e la Honda infatti, è arrivata la conferma ufficiale: Marc potrà guidare la Ducati del Team Gresini già dal martedì di Valencia, quindi tra meno di un mese. Inutile dire che un'attenzione così sul test di fine campionato non c'era da poco più di dieci anni, quando a salire sulla Ducati fu Valentino Rossi. Il test non sarà solo una questione d'immagine per lui, il team e la stampa, sarà fondamentale anche dal punto di vista tecnico: “Non è solo un giorno, sono due mesi di test", ha detto Marc a Sandro Donato Grosso. "Perché la provi prima di andare in vacanza d’inverno, arrivare a Valencia senza provare la moto e fare due mesi a casa per un pilota non è il top. Devo ringraziare la Honda che mi ha lasciato fare questo test, si vede che abbiamo una bellissima relazione, è una cosa per cui voglio ringraziarli".
Per Marc sarà anche l'occasione per conoscere i componenti della sua nuova squadra, a partire da Frankie Carchedi - attualmente capotecnico di Fabio Di Giannantonio - che prenderà il posto di Santi Hernandez.