Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato del comunicato con cui Honda, a seguito della visita di controllo presso il Ruber International Hospital di Madrid, ha dato conto dello stato di avanzamento del percorso di guarigione riguardante Marc Marquez. Una comunicazione dai toni rassicuranti che, tuttavia, ha lasciato spazio a qualche perplessità in merito a un particolare passaggio: “Il paziente prosegue con il trattamento antibiotico specifico”. Un inciso che, secondo qualcuno, avrebbe denotato la permanenza di un’infezione al braccio. Della serie: se l’infezione è guarita a che servono gli antibiotici? E, quindi, perché parlare di un Marquez in via di guarigione, se le condizioni del suo braccio sono ancora così precarie?
Per fugare ogni dubbio, ci siamo rivolti a un noto primario, esperto in chirurgia, che in via strettamente confidenziale ha condiviso con noi le sue considerazioni sulle prospettive di guarigione del pilota spagnolo.
“Non c’è niente di strano, è normale che sia ancora sotto terapia antibiotica”, ci ha rassicurato. “Probabilmente non si doveva arrivare a tanto e qualche leggerezza è stata commessa, ma il fatto che assuma ancora antibiotici non significa necessariamente che debba ancora fare i conti con l’infezione e che le cose stiano andando male. Anzi, all’inizio è stato trattenuto in ospedale proprio perché la terapia doveva essere aggressiva, ma se poi è stato dimesso, evidentemente è perché c’è stato un miglioramento. Di sicuro Marc Marquez non guarirà completamente in una settimana, come succede per una qualsiasi infezione in altre zone, l’osso ci mette molto di più e ci vuole molto di più del normale anche a far arrivare un antibiotico all’osso. Ecco perché dopo sei settimane è ancora in terapia. Anzi, vi dirò di più, dovrà continuare ancora a lungo, perché ha ancora una placca al braccio e nella sua situazione sarebbe sbagliato non aiutare l’organismo sospendendo la terapia”.
Dubbio fugato, quindi: quel comunicato di Honda non nasconde nessuna nefasta profezia tra le righe, ma spiega esattamente lo stato dei fatti. Ok ma per quanto tempo un fisico - pur se allenato come quello di uno sportivo - può sopportare un tale bombardamento di antibiotici senza conseguenze dannose?
“È chiaro che una terapia antibiotica prolungata possa portare a qualche scompenso, ma stiamo parlando di un atleta di altissimo livello, quindi di un organismo sano, e, soprattutto, di un paziente che è costantemente monitorato e anche con strumenti a cui, magari, non ha accesso proprio chiunque. Da questo punto di vista non credo ci sia da preoccuparsi. L’infortunio c’è ed è molto serio, le difficoltà a sistemare il braccio ci sono state e anche queste sono state molto serie, ma non saranno gli antibiotici a stroncare la carriera di Marc Marquez o ad ostacolarne il recupero. Piuttosto sarà importante capire per quanto tempo ancora quella placca resterà lì e come i tessuti si saranno rinsaldati”.
Insomma, non rivedremo Marc Marquez in pista nel giro di un paio di settimane e probabilmente neanche per il primo Gran Premio della stagione. Il contrario non è scritto, d’altra parte, neanche nel comunicato stampa diffuso da Honda. Così come non c’è scritto tra le righe, però, che la situazione sia tutt’altro che rosea, come qualcuno ha maliziosamente sospettato. Evoluzione soddisfacente, questa la dicitura di cui dobbiamo fidarci. E al momento anche accontentarci, perché forse non è abbastanza, ma almeno è qualcosa.