Alex Rins che vince a Austin con una RC213V, la moto che sembrava incapace di vincere, ha cambiato il modo di pensare in casa Honda. E anche Joan Mir, adesso, nonostante i risultati gli stiano dando decisamente torto, è convinto che gli ingegneri giapponesi non debbano buttare in toto il loro progetto. La base, ha spiegato, è buona. E, di fatto, ha contraddetto il suo compagno di squadra, Marc Marquez, che invece ha più volte ribadito, dopo i test e dopo Portimao, che con quella moto è impensabile puntare alla vittoria del titolo mondiale.
“Se fossi riuscito a passare Morbidelli subito, io avrei potuto finire tra i primi quattro, sembra che siamo nella merda, ma siamo più vicini ai migliori di quanto si possa credere” – parole, quelle dell’ex campione del mondo, che adesso spalancano le porte a una grande domanda: sicuro che la strada giusta per Honda è quella indicata da Marc Marquez? Il campionissimo di Cervera è al momento fuori dai giochi e – con una penalità probabilmente da scontare a Jerez – potrebbe essere di fatto già tagliato fuori dalla lotta per questo titolo mondiale. Mentre Alex Rins ha regalato a Honda 25 punti insperati e ora anche Joan Mir, che con Marc Marquez condivide il box, sembra parlare piuttosto bene della moto.
E’ anche vero, però, che Rins ha dimostrato di saper andare forte con la RC213V, anche se in un circuito che gli piace da sempre e approfittando della caduta di pecco Bagnaia, mentre Joan Mir s’è steso. “L'unica cosa positiva che mi porto via da questa gara – ha aggiuntoil maiorchino - è che finora ho avuto il miglior feeling di sempre con la Honda. Stiamo andando nella direzione giusta, mi sono divertito a guidare questa moto qui. Abbiamo migliorato la frenata e velocità in curva. Il problema è uno solo: se partiamo così indietro è difficile. Ma vedo del potenziale".
Un potenziale che, invece, sembra non aver visto Marc Marquez, a meno che il lavoro portato avanti in questa settimana dagli ingegneri giapponesi e da Stefan Bradl a Jerez non abbia effettivamente rivoluzionato la moto. Bisognerà capire, a questo punto, come si troverà Marc Marquez quando, alla fine di questo mese, salirà nuovamente in sella a Jerez. “Io a Austin ho commesso un errore – ha ribadito Mir – ma la moto andava bene. Aveva solo un problema che però è tipico del circuito americano. Quando tutti hanno un buon grip, è difficile fare la differenza accelerando in curve così lente. Forse è il nostro più grande punto debole. Ho provato a prendere una traiettoria diversa per attaccare Morbidelli alla terza curva, ma ho perso la ruota anteriore. Errore mio, non è colpa della moto”.