Della possibilità che Valentino Rossi si prenda sulle spalle la Yamaha si parla con un’insistenza che supera la speculazione dallo scorso dicembre, quando il presidente della FIM Jorge Viegas ha garantito che nel 2024 avremmo visto la VR46 passare da Borgo Panigale ad Iwata con la stessa naturalezza di Giusy Ferreri quando canta Roma - Bangkok. Le cose però, manco a dirlo, sono andate diversamente: Alessio ‘Uccio’ Salucci ha subito chiarito di non saperne nulla, ha ribadito più volte di voler continuare con Ducati e così si è pensato ad una boutade del numero uno FIM. Poi però, le voci si sono intensificate quando a parlare è stato Lin Jarvis, Direttore di Yamaha Racing, che a domanda diretta ha risposto più volte spiegando come il Mooney VR46 Racing Team sarebbe un’ottima opzione per i giapponesi. Evidentemente a bloccare l’operazione ci sono due grossi ostacoli: il primo è il contratto triennale firmato dalla VR con Ducati (che scadrà a fine 2024) il secondo, paradossalmente più importante, è che Valentino Rossi i suoi piloti vuole vederli vincere e difficilmente rinuncerà alla Desmosedici per una moto decisamente meno competitiva. In una lunga intervista rilasciata a Paolo Ianieri per Sportweek - che per l’occasione mette la VR46 Academy in copertina - Valentino parla anche di questo, senza nascondere nulla: “I nostri buoni risultati vengono anche perché abbiamo le Ducati, che fanno paura. Sono le moto migliori sulla griglia e noi siamo stati bravi a sceglierle. Quello fa la differenza”.
C’è, però, un’altra opzione su cui ormai si rincorrono voci sempre più insistenti nel paddock, ovvero la possibilità che Rossi e soci finiscano per gestire la Yamaha ufficiale: “Lo stato di ufficiale è difficile, per me la squadra ufficiale la faranno sempre loro”, risponde lui, che i giapponesi li conosce molto bene. “Noi abbiamo un contratto con la Ducati di tre anni, anche per il 2024, e non credo che quello cambierà. Poi per il futuro vedremo. Con la Yamaha sarebbe bello, ma bisogna vedere la competitività delle moto, perché noi vogliamo partire per andare alle gare sperando di finire davanti".
Tra le altre cose, Valentino parla anche del suo punto di vista sul nuovo format, con le gare del sabato da metà giri e metà punteggio introdotte quest’anno dalla Dorna per coinvolgere un maggior numero di appassionati: "Da casa la Sprint è bellissima, molto più emozionante delle prove ufficiali. Anche il sabato diventa una giornata che ti fa stare davanti alla tv. Però da parte dei piloti e dei meccanici, rischi e stress sono molti di più. E questo va tenuto in conto. Ma per me che sono a casa sul divano come un semplice tifoso la Sprint è molto bella. Se il Bez può lottare per il mondiale? Perché no". Già, perché no. Di certo con questo inizio di stagione Marco Bezzecchi sembra essersi preso il posto che fino allo scorso anno era di Enea Bastianini, primo per distacco tra i piloti satellite.