Nell’intervista a DAZN Spagna in cui Marc Marquez aveva di fatto lasciato comprendere che si sarebbe sottoposto a un nuovo intervento chirurgico, l’otto volte campione del mondo non ha parlato solo del suo infortunio, delle difficoltà avute nel recupero e delle eventuali colpe di essere tornato in pista troppo presto a Jerez. Il Cabroncito, infatti, ha fatto anche una veloce analisi sui protagonisti del mondiale 2020, spiegando che per lui è stato davvero molto difficile trovarsi a commentare da fuori. “Difficile – ha detto – e anche brutto. Voglio tornare per guardare il mondiale da dentro, perché quello è il posto di un pilota”.
Su Joan Mir…
“Joan Mir – ha affermato Marc Marquez – aveva già vinto un mondiale e sapeva, quindi, come gestire la pressione. Ha saputo mantenersi calmo e con grande regolarità si è portato in vetta. Il suo punto di forza, quest’anno, è stato la costanza. Senza fare troppo rumore si è preso il titolo”. Mondiale meritato, quindi, per il ventitreenne della Suzuki, con Marc Marquez che però lancia il guanto della sfida. “Per lui sarà importante, ora, dimostrare di saper difendere l’iride – ha concluso il Cabroncito – Io, dalla mia, proverò sicuramente a riprendermelo. Nel 2021 le moto saranno le stesse, cambierà molto poco e Mir sarà quindi l’uomo da battere, perché campione del mondo in carica. Dipenderà da lui, dovrà saperlo difendere questo titolo e sicuramente ha il talento e la velocità per mantenersi ai vertici”.
Su Andrea Dovizioso…
“Andrea Dovizioso ha lottato per tre anni di fila per vincere il mondiale, arrivando sempre secondo, davvero non capisco cosa sia successo. Una situazione sorprendente”. Marc Marquez si è espresso così nei confronti del pilota forlivese della Ducati che è stato negli ultimi anni il suo principale rivale. Si dice sorpreso non solo per i risultati deludenti ottenuti nel mondiale 2020, ma anche per la scelta di prendersi un anno sabbatico. “Uscire dalla motogp pensando di rientrare nel 2022 senza aver fatto nemmeno il collaudatore è molto rischioso, perché in questo sport tutto è molto veloce e non è facile, perché dalla Moto2 sta arrivando una nuova generazione di piloti e tutto si rinnova rapidamente” – Parole, quelle di Marquez, che sembrano quasi un messaggio neanche troppo criptato alla volta di Dovizioso, che forse avrebbe dovuto accettare di diventare collaudatore per Honda quando gli è stato proposto. Quanto ai risultati ottenuti dalla Ducati del numero 4, Marquez ha una sua idea: “E’ possibile che non si sia trovato con la moto, si è molto parlato di problemi con la gomma posteriore. La moto ha funzionato, perché Miller ha fatto buoni risultati e in passato Dovi è sempre stato più veloce di Miller. E’ strano. Ma sono mie impressioni, pensieri che ho avuto stando fuori e non sapendo nulla”.
Su Fabio Quartararo…
“Non è facile sentirsi addosso la responsabilità di dover vincere. Gestire la pressione, a volte, è più difficile di essere veloce” – Anche per Marc Marquez dopo le prime due gare Fabio Quartararo era il favorito. Ma poi le cose sono andate come sono andate e le ragioni, secondo l’otto volte campione del mondo, potrebbero risiedere , oltre che nella bravura di Joan Mir e degli altri, nelle difficoltà del francese di Yamaha a gestire la forte pressione che si è ritrovato sulle spalle. “Fabio Quartararo non ha mai vinto un mondiale, per lui è stato tutto nuovo. Ecco perché io stesso, prima di arrivare in MotoGP, ho voluto vincere in Moto2. E’ importante non bruciare le tappe, perché nella classe regina la pressione è veramente tanta e trovarsi di colpo gli occhi dei media e di chiunque addosso può essere destabilizzante senza aver prima vissuto qualcosa di simile nelle categorie minori”. Non lo dice espressamente, ma le parole di Marc Marquez lasciano intendere che per il Cabroncito Fabio Quartararo abbia peccato di inesperienza, dovuta alla fretta con cui è stato portato in MotoGP.
Sulla Yamaha…
“E’ sempre molto difficile farsi una idea di quello che succede in casa di altri – ha detto Marc Marquez – figuriamoci quanto può essere difficile farsi una idea di quello che succede in casa di altri quando sei fuori dal paddock come lo sono stato io quest’anno. Ma da spettatore mi viene da dire che la situazione di Yamaha è stata davvero strana”. Non si tira indietro il numero 93 quando l’intervistatore gli chiede di provare a dare una spiegazione dei risultati altalenanti di Yamaha, ma giustamente mette le mani avanti, precisando che il suo è solo un pensiero. “Yamaha ha vinto la maggior parte delle gare, poi in altre non è riuscita a stare nemmeno nei dieci con nessuno dei tre piloti che guidavano la ufficiale – ha concluso – Il fatto che Morbidelli, con una M1 diversa sia riuscito ad avere risultati migliori e a diventare vice campione del mondo, mi fa pensare a quanto è accaduto a me nel 2015, quando ho dovuto fare i conti con una configurazione del motore con cui proprio non mi trovavo. Un problema che si è trascinato e che si è risolto solo l’anno successivo. E’ difficile da comprendere, perché quando succede così rimani senza una spiegazione”