A Sepang Marc Marquez ha forse archiviato il peggior weekend della sua carriera dal punto di vista della prestazione pura: ventesimo in qualifica, ventunesimo in Sprint Race con scivolata annessa e tredicesimo in gara, anche grazie a qualche scivolata di fronte a lui. La cosa che più sorprende, però, è che nel weekend del 93 non ci sia mai stato un guizzo, uno slancio tutto cuore e talento. Poco inquadrato ed eccezionalmente anonimo Marc, che a dirla tutta dal weekend malese si aspettava ben poco ("A Sepang farà fatica la Honda e farò fatica anch'io", aveva anticipato dopo l'ottima prova in Thailandia). Così, quando Marquez arriva al media scrum per il tradizionale colloquio coi giornalisti, è inevitabile che gli vengano rivolte domande sul futuro, sull'avventura che intraprenderà tra 15 giorni, quando a Valencia potrà finalmente salire sulla Ducati del Team Gresini: "Non voglio parlare prima del test di Valencia, perché arrivo da una gara in cui ho chiuso 13° a 27" dal vincitore e non posso avere pretese. La mia mentalità sarà quella di lavorare sodo e restare concentrato nel box per cercare di tirare fuori il massimo dalla moto, ma non posso sapere come andrà prima di guidarla. È una moto molto veloce, lo abbiamo visto anche oggi con Bastianini, Bagnaia e Alex, che ha disputato il suo milgior fine settimana in MotoGP, vincendo la Sprint e poi salendo sul podio in Gara. Questa è una base per il prossimo anno".
Poi, ai microfoni di Sky, per Marc arriva il momento di parlare di mercato ed esprimere qualche parere sulla sempre più discussa possibilità che a sostituirlo in sella alla Honda sarà Luca Marini e non Fabio Di Giannantonio. A Phillip Island il 93 dichiarò senza troppi patemi che, dati i rapporti molto distesi con HRC, non si era risparmiato dal consigliare ad Alberto Puig e ai vertici giapponesi il pilota che Asaka avrebbe dovuto cercare per il 2024. Sempre a margine del weekend australiano, dopo il podio di Fabio Di Giannantonio, la RC213V dell'otto volte campione del mondo sembrava potesse essere ereditata proprio dal romano. Nell'ultima settimana, però, le cose sono cambiate. Ora si attende la decisione di Luca Marini, specialmente se Honda - come traspare dalle voci del paddock di Sepang - dovesse offrirgli un biennale. Marco Bezzecchi ad esempio, che nel Team VR46 ha scelto di restare per una questione di cuore e di rapporti umani, è rimasto piuttosto spiazzato dalle indiscrezioni che circolano sul suo compagno di squadra: "Non saprei chi vedere se non Maro come mio compagno di squadra (oltre alle ultime due stagioni in MotoGP, Luca e Marco avevano condiviso il box anche in Moto2, ndr)". Marc Marquez, invece, la pensa così: "Sì con Luca Marini ho sempre avuto un buon rapporto, e mi farebbe piacere se arrivasse alla Honda perché è un giovane. Onestamente pensavo arrivasse Di Giannantonio, perché alla fine adesso sono dentro la Honda ma non sono io a fare la strategia sui piloti. Pensavo arrivasse Di Giannantonio in Honda perché era il passaggio più logico per fare un anno, ma sembra che arrivi Marini e, se è davvero così, alla fine sono contento per lui perché sembra che sia un lavoratore, quindi vediamo come starà sulla Honda. Non so se il suo obiettivo sia avere una moto competitiva, per avere questo in Honda c'è bisogno di tempo e di lavoro. Però se lui lavora bene sicuramente può aiutare. A me comunque piacerebbe che Di Giannantonio prendesse la mia moto, perché è sempre brutto quando un pilota rimane senza sella in MotoGP. Ma anche Marini alla fine se lo merita, perché ha fatto delle belle gare e ha raggiunto dei bei risultati. Poi, ripeto, abbiamo un buon rapporto, quindi sarei comunque contento".