Nel calcio, o nel basket, verrebbe chiamata melina. In MotoGP il concetto si riassume quasi ogni sabato nel comportamento di Marc Marquez che in qualifica, specie nelle ultime stagioni di difficoltà con Honda, sceglie accuratamente l'obiettivo: un pilota veloce tra i tanti che vanno forte nella MotoGP odierna; uno che possa fargli da traino, offrendogli scia, riferimenti e molte più possibilità di tirar fuori un buon tempo. Il 93 si francobolla al posteriore del malcapitato, gli fa capire che non avrà scampo, che sarà praticamente costretto a prestarsi al gioco (o al giogo). La preda, magari, rallenta, oppone una prima resistenza, lascia transitare l'otto volte campione del mondo. Ma Marc non fa una piega, non ha fretta: aspetta l'altro fino a quando la foga data dal tempo che si avvicina allo scadere gli fa vincere per sfinimento il duello psicologico, ovvero fino al momento in cui l'altro prende iniziativa e, dentro al casco, dice 'dai, ti tiro a costo di farmi fregare, altrimenti nemmeno io ne esco vivo'. Ciò che fa Marc Marquez, però, è lecito; il regolamento della MotoGP non vieta questa fattispecie di ostruzionismo. In termini di morale sportiva, poi, ognuno è libero di giudicare come crede.
Il malcapitato delle qualifiche di Sepang, in ogni caso, è stato Franco Morbidelli, che da ieri mattina si esprime bene tra i curvoni della Malesia, che è stato tra i migliori nella simulazione di passo gara con la hard al posteriore, che ha mancato l'accesso diretto al Q2 per soli 84 millesimi. L'ultima possibilità per andare a giocarsi la pole position insieme agli altri undici piloti, Franco l'ha avuta nel Q1 - andato in onda nella notte italiana - ed è stata pesantemente condizionata dalla condotta di Marc Marquez. La cronaca: il 93 sin dal primo tentativo si francobolla al posteriore dell'italo-brasiliano, che è bravo e riesce a sfruttare la reattività della prima gomma siglando un 1'58"412 contro l'1'58"717 di Marquez. Con questo tempo Morbidelli è provvisoriamente il secondo del Q1, e tutti rientrano ai box per montare la seconda gomma soft al retrotreno. Marc aspetta Franco per uscire nuovamente dalla pitlane ma questa volta, nel giro di lancio, si volta e con una gestualità inconfondibile si rivolge a Marc: "Vai, vai avanti, perché io non ti tiro". Il 93 sembra fare finta di niente, resta incollato alla M1 numero 21, che lo lascia sfilare. Qui Marquez si ferma, costringe Morbidelli a rimettersi davanti. Intanto, dalla cabina di commento di Sky, Mauro Sanchini tuona: "Puoi obbligare un pilota comunque in difficoltà come Morbidelli a fare questo, dopo che Franco ti ha già fatto capire che non vuole tirarti? Marc ti porta all'esaurimento, io da pilota avrei poi delle difficoltà, andrei a cercarlo nei box per parlare e chiarire. Perché questo è eccessivo, meriterebbe una sanzione dalla Direzione Gara. È ostruzionismo, è impeding". Franco che, comunque, non cade nella trappola di Marc, non lo traina. All'ultimo giro buono, infatti, è il 93 a mettersi tra Augusto Fernandez e Morbidelli, cadendo per una chiusura d'avantreno all'ingresso di curva 7. Morbidelli, con le gomme già stanche, si migliora di poco e chiude 15°. Marquez, invece, scattera dalla ventesima casella sia in Sprint Race che in Gara. La domanda sorge spontanea: "A cosa è servita la melina di Marquez?".
Nel media scrum post gara Franco Morbidelli, come sempre misuratissimo nei toni e nelle reazioni, ha espresso la sua opinione a riguardo: "Una volta, quando mostravi la non intenzione di tirare il pilota, ringraziava e capiva. Invece oggi non è più così, secondo me è come vanno le cose oggi in MotoGP. Non è né un bene né un male, semplicemente come si sono sviluppate le cose. Magari se una volta i momenti di non rispetto tra piloti si limitavano agli ultimi 5 giri della gara, ora sono dal primo giro del venerdì fino all’ultimo giro della gara. La pressione è salita, siamo più vicini, i tempi cambiano… Non so, però oggi è così e si gioca secondo le regole di oggi. Non sta a noi moderare o gestire questo tipo di cose. Noi dobbiamo fare la miglior performance di tutto il weekend. Marc voleva attaccarsi perché riteneva giusto starmi dietro e io ritenevo giusto non farlo attaccare, perché spesso e volentieri si butta dentro e non mi sembrava una cosa saggia farmi fregare un’ulteriore posizione in qualifica. Questo è il nostro punto di vista, poi sta ad altri gestire questi comportamenti in pista, con i nostri commenti e la nostra moderazione. Bisogna decidere se è una cosa pericolosa, brutta, bella. Spesso in Moto3 è pericoloso perché sono dei grupponi, degli sciami. In MotoGP ci sono meno moto, diciamo una one-to-one. Bisognerebbe parlarne se si vuole moderare questa cosa, ma per adesso in MotoGP abbiamo visto che si fa. Sicuramente stare lì a giocare con Marc non mi ha aiutato a fare il massimo della qualifica che potevo fare. Magari sarei passato o magari no, se avessi pensato solo a fare il tempo. Ma comunque sono più inasprito per il venerdì, per non essere passato in Q2 per 84 millesimi che per le occasioni mancate del sabato".