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Enea Bastianini che risponde a Paolo Ciabatti vincendo a Sepang è un grande tributo allo sporco mestiere del pilota

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

12 novembre 2023

Enea Bastianini che risponde a Paolo Ciabatti vincendo a Sepang è un grande tributo allo sporco mestiere del pilota
Non stava davanti da un anno, per la precisione da Sepang 2022. Enea Bastianini vince in Malesia come uno che non ha mai smesso di farlo, primo da subito e per tutta la gara. In controllo su Alex Marquez ma mai calmo, mai tranquillo. È una lezione magistrale a chi ogni anno perde la memoria e a chi lo voleva fuori dalla squadra rossa: il talento non lo puoi spegnere

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

A Sepang abbiamo appena visto la prima vittoria in rosso di Enea Bastianini, roba da raccontare in giro. Il teatro è lo stesso dell’anno scorso, quando si giocò la vittoria con quello che oggi è il suo compagno di squadra. Lo spettacolo è alla Paganini, nel senso che non si può ripetere: Enea partiva terzo, forte di un quarto posto di sabato. Scatta forte, si mette davanti e fa il suo ritmo fino alla fine, in controllo su di un Alex Márquez che questa vittoria la voleva almeno quanto lui. A fine show, tra gli abbracci, è felice perché in un mondo in cui il tempo regola stipendi, vittorie e sconfitte è il tempismo ad essere cruciale. Per i contratti, per gli sponsor, per il morale. La vittoria di Sepang suona come un “Non me ne vado”. Lui evita il dito davanti alla bocca in segno di silenzio che in tanti, da Jorge Lorenzo a Fabio Quartararo, hanno mostrato dopo un ritorno simile, e anche nelle interviste lascia spazio solo alla gioia perché sa che di tutto il resto parleranno gli altri. Nel GP della Malesia c’è la regola di Bastianini, quella regola che di cui un giorno ci ha parlato la sua fidanzata Alice: “A lui basta avere una moto, quello che mi piace di Enea è che non puoi mai sapere cosa farà. È imprevedibile”. È vero ed è, appunto, la sua regola. La gara di oggi suona come un grosso vaffanculo a chi scorda che se nella squadra rossa c’è lui e non Jorge Martín è perché è andato più forte dello spagnolo lo scorso anno. E se oggi è indietro in classifica non è perché manca il talento, è mancato il tempo per mettere assieme la squadra, capire una moto diversa, affrontare il tutto. Dopo il primo rientro Carlo Pernat ci aveva detto che Enea avrebbe dovuto ricostruire per poi tornare a vincere a Misano. Poi è arrivato un altro infortunio, la necessità di saltare i test di settembre, un secondo rientro complicato almeno quanto il primo. E intanto Jorge che rischiava di vincere il mondiale e Ducati che si vede costretta a considerare di promuoverlo, come dichiarato dallo stesso Paolo Ciabatti nel sabato di Sepang: “Con il livello che Jorge Martín ha raggiunto adesso in termini di prestazioni, dobbiamo per forza considerarlo per il team ufficiale”, aveva dichiarato ai microfoni di Dorna il Direttore Sportivo di Ducati Corse. Pernat, con cui abbiamo parlato prima del GP,  era al limite della sopportazione: “Ho il contratto di Enea per il 2024 qui davanti a me”, diceva. Senza mentire, anche senza crederci fino in fondo però, perché se accade l’impossibile le conseguenze saranno impensabili.

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È stato bravo Bagnaia ad aiutarlo nel venerdì delle libere, a parlargli per metterlo nella condizione di stare davanti. Ha fatto bene ad Enea, al clima nel box e pure a sé stesso, perché ora il contraccolpo su Jorge Martín è forte e immediato: a ogni GP che passa senza punti recuperati il mondiale è un po’ più lontano e ora che Bastianini vince le gare anche la moto rossa si fa distante. Bastianini ringrazia, ma la verità è che tra un paio d’ore starà già pensando al Qatar, dove l’anno scorso ha messo in piedi uno degli spettacoli più belli che si possano ricordare in tempi recenti. “È qualcosa di fantastico, emozionante", ha raccontato ad Antonio Boselli per Sky dopo la gara. "Dopo un periodo di merda, perché non c’è un altra parola, volevo tornare alla vittoria, non volevo altro. Volevo solo vincere e non mi importava del resto, sapevo che potevo farlo e alla fine ho spinto dall’inizio come in qualifica, ho cercato negli ultimi giri di mantenere il gap, ero veramente distrutto e non ne potevo più, ma alla fine è arrivata”.

Poi fa un altro passaggio, forse più significativo: “Siamo arrivati qua consapevoli di quello che potevamo fare. Sia io che il mio capotecnico (Marco Rigamonti, ndr) eravamo molto più convinti di quale set-up fare in questa gara e di come sarebbe andata. Devo dire grazie a tutto il team perché non ha mai smesso di credere in me, anzi: il mio capotecnico mi ha chiamato prima di partire e ha detto ‘ti ho visto, ti ho capito. Dalla prossima gara vedrai che le cose cambiano’. Così è andata". Il messaggio è chiaro: questa non è una vittoria arrivata per caso.

Fino a ieri sembrava passata un’era dall'ultima notte della MotoGP in Qatar, ora che Enea Bastianini è tornato a vincere pare meno di un giorno. Il tempo, che pure regola le corse in maniera scientifica, è relativo anche nel paddock.

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