Archiviate le prime sei gare dell’anno, la MotoGP comincia a dare qualche risposta: Fabio Quartararo è ancora in testa alla classifica, Pecco Bagnaia ha cominciato ad inseguirlo e ad ogni gara c’è un padrone diverso. La grande domanda dell’inverno però, ovvero cosa farà Marc Marquez, è ancora da risolvere. Lo spagnolo è tornato veloce, ma non irresistibile e, soprattutto, è ancora più fragile rispetto al passato. Il nuovo episodio di diplopia l’ha costretto a saltare due gare (indonesia e Argentina) e la moto, rivoluzionata durante l’inverno, sembra una scommessa che non paga. Lui ci mette tanto del suo, a Jerez ha chiuso al quarto posto e ad Austin ha corso una gara spaventosa, ma attualmente è 9° in classifica a 45 punti da Quartararo e i test non sembrano aver risolto le sue problematiche. Dal canto suo, Marc Marquez ha spiegato di avere ben chiara la situazione: “Ho vissuto entrambi i lati dello sport, quello dei successi e quello degli infortuni - ha raccontato durante una premiazione ricevuta da ‘Maria de Villota e Ciudad de la Raqueta’ - In entrambi i casi c’era pressione. Ora è una pressione diversa, perché tutti si aspettano che torni, ma non c’è bisogno di avere fretta, bisogna andare avanti un passo alla volta. Ogni giorno è una sfida e ora la sfida è superare questi due anni di infortuni e tornare a competere per il titolo".
Per farlo però, Marquez ha ammesso di avere bisogno anche di una moto più competitiva: “La differenza fondamentale la fa ancora il pilota - ha chiarito - ma ovviamente se la moto non ti assiste puoi lottare per una gara, ma non per un mondiale”. Il fatto che qualche giorno prima Marc ha raccontato di aver vinto dei titoli con moto peggiori ci lascia intendere che il suo percorso da pilota è ancora lungo ma, con tutte le probabilità, è ormai nella fasce discendente. Quando gli chiedono se la sua intenzione è quella di correre a lungo come ha fatto Valentino Rossi, lui resta sul vago ma non lo esclude: “Molto dipende dalla mente, ma anche dalla situazione in un dato momento, dagli infortuni, dall’avere una buona equipe medica intorno e dalla motivazione, ci sono molti fattori”.
Marc racconta, infine, di essersi reso conto di aver passato la fase in cui il pilota giovane e pieno di talento era lui: “Agli inizi ho avuto il privilegio di imparare da piloti come Rossi, Lorenzo e Pedrosa, ora vedo come crescono i giovani e fanno cose nuove. Anche noi veterani impariamo da loro“, ha concluso.