Se Andrea Dovizioso non riuscirà a trovare la quadra con Ducati, Joan Mir potrebbe essere il vincitore di questo mondiale 2020. Ne è convinto Livio Suppo, ex Honda e Ducati, per oltre 20 anni uno dei personaggi più in vista del Circus. È, per chi non lo sapesse, l’uomo che ha portato Casey Stoner in Ducati e Marc Marquez in Honda. Uno che, in estrema sintesi, in fatto di piloti è sempre riuscito a vederci lungo e che da tempo parla molto bene di Joan Mir.
“Se non fossi andato via da Honda – dice Suppo, raggiunto telefonicamente questa mattina – Mir non sarebbe stato un pilota Suzuki. Sin dalla Moto3 si vedeva benissimo che lui e Pecco Bagnaia ne avevano di più di tutti gli altri e non nascondo che, dopo aver saputo della volontà di Pedrosa di appendere il casco al chiodo, avevo avviato delle trattative per affiancare Mir a Marc Marquez in Honda. Secondo me era la strada giusta: affiancare ad un fenomeno un giovane con potenzialità da fenomeno. Poi le cose sono andate diversamente, come è noto. Ma forse Honda oggi non si sarebbe trovata in questa situazione”. Chi ci ha visto lungo, alla fine dei conti, è stata Suzuki, con Suppo che in una recente intervista a Mow aveva dichiarato: “Insieme a KTM è il team che sta facendo vedere la migliore crescita e ha anche due ottimi piloti. Ecco, il loro è un esempio di progetto a lungo termine e senza pressioni, cominciato con Vinales e proseguito puntando sempre su giovani talenti. Mir, tra l’altro, è uno di ottime speranze e che potrà far vedere ancora grandi cose. Anche Rins è un ottimo pilota, ma deve imparare ad essere più costante”.
Tanto che, giunti al giro di boa della stagione, le gerarchie nel box Suzuki si sono invertite, con Rins che è finito “oscurato” (complice anche un infortunio) dal più giovane e grintoso compagno di squadra.
“Seguo da molto tempo Joan Mir e già in altre occasioni ho avuto modo di dire che è un pilota dall’altissimo potenziale – spiega Livio Suppo – Credevo, però, che avrebbe impiegato un pochino di più a venire fuori, invece ho l’impressione che sia già assolutamente pronto. È uno in grado di guidare sopra i problemi e questo è ciò che distingue un campione da un bravo pilota. Complice il livellamento di questo mondiale, Joan Mir sta ad ogni gara prendendo coscienza di potersela giocare con chiunque e se andiamo a guardare i numeri dei GP fin qui disputati è stato senza dubbio il più costante. Dovizioso, che è il favorito, non riesce a trovare la quadra con Ducati, Vinales e Qurtararo alternano picchi altissimi a prestazioni deludenti. Mir, invece, alla fine è sempre lì. Non ha ancora vinto una gara ma ce l’ha nel polso e l’occasione gli è sfuggita solo per mera casualità in Austria, quando il GP è stato interrotto e non aveva gomme nuove da montare per la ripartenza. Se dovesse arrivare anche una vittoria sarà dura per tutti. Ha sempre qualche problemino in qualifica ed è spesso costretto a partire dietro, ricorrendo a gran rimonte, ma a quanto pare gli riescono più che bene. È veramente molto costante”.
Costante e caratterialmente molto forte, o comunque in grado di metabolizzare le negatività trasformandole in energia. Basta pensare che appena una settimana fa Joan Mir era stato letteralmente travolto da una valanga di insulti e cattiverie sui suoi profili social per il sorpasso messo a segno ai danni di Valentino Rossi nell’ultimo giro del Gran Premio della Repubblica di San Marino. “È molto giovane – coferma Livio Suppo - e chiunque avrebbe potuto avere un attimo di sbandamento, invece ha risposto rendendosi protagonista di una gran gara. Sono convinto che a questo punto sia davvero uno dei più accreditati per aggiudicarsi il titolo, anche perchè a poche gare dalla fine non c'è stato nessuno che è stato realmente capace di emergere e di occupare il ruolo del favorito”.