Marc Marquez e Johann Zarco non si sono propriamente riappacificati dopo il crash che li ha visti coinvolti nelle FP2 del Sachsenring. Nonostante un rapido faccia a faccia nel paddock tedesco, i due hanno mantenuto opinioni opposte e contrastanti, infiammando di polemiche il venerdì e il sabato del GP di Germania. Per l’otto volte campione del mondo Johann Zarco era l’unico che potesse evitare l’incredibile carambola. Il francese, invece, ha dichiarato che il 93 non avrebbe dovuto permettersi di scaricare le colpe su altri, che non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da Marquez. Il Cabroncito, a margine dell’episodio, è stato accusato di negligenza da Johann, che – mentre era a terra dolorante – ha visto Marc correre in direzione dei box, completamente disinteressato.
A fare luce sulla questione ci ha pensato Marco Melandri. Il campione del mondo 2002 della 250cc questa mattina, con un post su Instagram, ha espresso il suo punto di vista. Melandri, adottando un approccio estremamente condivisibile, ha cercato di mettersi nei panni sia di Marquez che di Zarco. Alla fine, dopo un’attenta analisi, l’ex numero 33 ha scagionato entrambi i piloti, riversando qualche critica sulle odierne condizioni di sicurezza delle piste del Motomondiale: “È sempre stata una delle mie più grandi paure l’uscita dei box del Sachsenring. L’incidente tra Marc Marquez e Zarco è stato solo un evento sfortunato ma allo stesso tempo molto fortunato perché entrambi sono sulle loro gambe. A tre minuti dal termine del turno più importante di prove libere per accedere alla Q2 tutti sono al limite, Marc Marquez più di ogni altro. Ha una moto non all’altezza, è alla ricerca di una prestazione impossibile, affronta una frenata cieca (Curva 1) con cambi di pendenza già difficili di per sé. Oltre ad un passato che di certo non aiuta a trovare le parole o le scuse per difenderlo. In questo caso credo che non abbia colpe per la caduta; ci ha provato, ci prova e ci riproverà. Su una pista che, sulla carta, rappresenta la sua ultima possibilità per tornare in alto, entrare in Q2 direttamente sarebbe stato un passo obbligato per tentare l’impresa. Con una moto che ha chiuso e sta chiudendo la carriera di campioni del mondo lui continua a non mollare, giù il cappello per questo (anche se spesso deve inventarsi ganci impossibili e azioni non sempre pulitissime, a Portimao fu davvero indifendibile). Nell’episodio di ieri Zarco usciva di fretta per provare a sfruttare due giri lanciati. Personalmente, per scelta, non mi sono mai fatto trovare a centro curva, all’esterno, a tre minuti dalla fine di un turno di prove così importante. Una moto ferma è come sbattere in un muro per un pilota che arriva, per chi è fermo (Zarco) è come essere travolto da un camion. Basta vedere con che violenza è stata sventrata la Ducati Pramac. In questo caso non penso si possa dare la colpa a qualcuno, se non a Marc Marquez per non aver degnato di uno sguardo Johann a terra, ancora dolorante. Il vero problema credo sia che le piste attuali non siano più adatte alle moto di oggi, troppo veloci e pesanti, per cui le vie di fuga non bastano più in caso di caduta. Lo stesso vale per come sono progettate le piste, le uscite e le entrate dai box, spesso poste in punti molto critici anche in circuiti di nuova generazione”. L'opinione di Melandri è supportata da un altro episiodio verificatosi sempre ieri, nel corso delle seconde prove libere, tra Maverick Vinales e Alex Marquez. Un incidente potenzialmente molto pericoloso, dalla dinamica speculare al crash Marquez-Zarco: Vinales perde l'anteriore in approccio di curva 1 e la sua Aprilia sfiora la Ducati Gresini di Alex Marquez, in uscita dai box. L'avvenimento non è stato ripreso in diretta dalla regia internazionale, ma è stato riproposto oggi sui canali social della MotoGP. Trovate il video qui sotto.