La morte di Fausto Gresini è stata un duro colpo per l’intero ambiente del mondiale e le reazioni di piloti, squadre e addetti ai lavori hanno dimostrato, laddove ce ne fosse stato bisogno, quanto e come l’ex campione del mondo e patron del team che portava il suo nome sia riuscito a farsi amare in quattro decenni nelle corse di moto. Anni in cui oltre a normali rapporti di lavoro e cordialità sono nate anche vere e proprie amicizie. Come quella con Marco Melandri, che in Gresini ha visto una sorta di secondo padre e che, ora che la famiglia ha fatto sapere di voler proseguire il sogno di Fausto, ha deciso di mettersi a completa disposizione.
Lo ha fatto attraverso un post sui suoi profili social, raccontando retroscena personali che spiegano il perché di un legame così forte e dando la sia piena disponibilità a collaborare, a qualsiasi titolo, alle attività del team solo nel nome di una amicizia. “Era fine 2004 quando ci siamo presi rischi per correre insieme – racconta Melandri - Io rifiutai Yamaha Tech3 per aspettarti, tu rischiasti tutto spingendo per me invece che per Pedrosa, come voluto Movistar. Ero senza manager e trattai io il contratto con te, con Aberto Vergani (l’attuale manager di Danilo Petrucci) che mi dava consigli in amicizia. Ti convinsi che se fossi arrivato nei tre in campionato avrei meritato uno stipendio da Top rider, ricordandoti quante moto ufficiali avremo dovuto metterci dietro. Non dimenticherò mai le tue parole subito dopo la vittoria in Turchia. Eravamo io, te e Vergani, mi prendesti il viso con le mani e mi dicesti: ‘Marchino! Cazzo se mi costi, ma quanto sono felice di spenderli cosi!’. Che risate poi la sera con tutta la squadra! Ora te lo dico io: quanto cazzo mi mancherai! Ma se la Gresini Racing avrà bisogno di me, io ci sarò, e in amicizia! Come il nostro rapporto!"