Il detto dice "un bel tacer non fu mai scritto" e in questo caso niente suona più vero di così. Il team principal della Ferrari Mattia Binotto infatti da qualche settimana a questa parte si è lasciato più volte andare a entusiaste dichiarazioni sull'anno che verrà: da un "Charles Leclerc campione del mondo del 2022" a un "abbiamo concentrato tutte le forze di Maranello sullo sviluppo della nuova monoposto" passando per un bellissimo "non vedo l'ora che sia il 2022".
Anche i tifosi ora, dopo anni in cui si sentono ripetere questa data, aspettano a braccia aperte il 2022, sicuri che la Rossa non solo competerà per il titolo, ma anche che sarà la più pronta di tutte, la più veloce e la più prestazionale.
La figuraccia quindi, neanche a dirlo, se ne sta in attesa proprio proprio dietro l'angolo.
La delusione aspetta il team e una macchina non prestazionale, o semplicemente una monoposto "solo" al livello delle concorrenti, potrebbe essere il definitivo colpo sulla già precaria situazione di Maranello.
Se nelle scorse stagioni, dal periodo Alonso a quello Vettel, la tecnica della Ferrari per affrontare le delusioni è sempre stata quella del "ci stiamo concentrando sulla prossima stagione" dal 2020 si è passati a pensare direttamente al 2022, anno del grande cambiamento in pista. Un rimescolamento delle carte per tutti i team di Formula 1, e non solo per la Ferrari, che restituirà dinamiche molto diverse rispetto a quelle di queste ultime stagioni.
Siamo quindi davvero sicuri che la soluzione corretta, il giusto modo di comunicare con avversari, piloti e soprattutto tifosi, sia quello di gettare altre aspettative su quelle già presenti?
La Ferrari ha ormai deciso da tempo di non "nascondersi" come fanno invece molti altri team, primo su tutti quello Mercedes, ma in questo caso parliamo di due poli completamente opposti: da una parte il silenzio e l'attesa, dall'altra chi preannuncia sfide, mondiali, battaglie e pepite d'oro nel paddock.
Viva l'entusiasmo, ci mancherebbe altro, ma attenzione perché poi, se qualcosa dovesse andare storto, non basterà più parlare di grandi progetti per il 2023.