Diciamolo subito: il titolo è ironico. Ma fino a un certo punto. Perché se è assolutamente vero che il legame tra Marc Marquez e il fratello Alex è fortissimo e indissolubile, è altrettanto vero che forse questa volta c’è scappata una piccola gaffe. Con Alex Marquez che nel parlare bene della nuova Honda RC213V s’è lasciato sfuggire una frase di troppo: “Con questa moto sembra più facile, perché non hai un solo punto in cui fermarla e puoi gestire meglio sia l’entrata che l’uscita in curva. Questo, però, è ciò che Marc soffre di più”. Come dire che quello che è piaciuto ad Alex non è piaciuto a Marc, con il fratello minore che ha involontariamente svelato un punto debole dell’otto volte campione del mondo.
E’ chiaro, comunque, che due giorni in sella sono davvero pochi e che già in Indonesia gli ingegneri della Honda potrebbero trovare un settaggio che accontenti entrambi i ragazzi di Cervera e che allo stesso tempo non crei particolari noie a Takaaki Nakagami e Pol Espargarò. Anche perché quest’ultimo è agguerritissimo e se da un lato si dice più che felice di condividere il box con un fenomeno come Marc Marquez, dall’altro ha l’obiettivo di battere. Anche perché per lui c’è un mezzo ultimatum da parte della Honda, sempre più intenzionata a tornare sul mercato in vista del 2023.
Tanto che Pol Espargarò è stato chiaro: “La moto sembra molto migliorata e adesso risulta più guidabile anche per me – ha detto – ci sono i presupposti per fare bene e sono convinto di avere le potenzialità per giocarmi un mondiale. “Il primo a soffrire che Marc non fosse al cento per cento l'anno scorso sono stato io – ha detto Pol - a volte ho scoperto di non avere informazioni, di essere il pilota più veloce in fabbrica, ma senza riferimenti. Che Marc si assuma questa responsabilità nello sviluppo e che fissi i limiti della moto è importante, sapere che puoi sempre dare un po' di più può aiutarti. Lui ha tutto per vincere il mondiale e non sono solo io a dire che è uno dei favoriti, ma io voglio provare a batterlo: il tuo compagno di squadra è sempre il primo avversario. Questo è qualcosa che tutti i piloti diranno ma è reale e nel mio caso sono nel posto più difficile perché il mio compagno è uno dei migliori piloti nella storia della MotoGP. Significa che il mio lavoro sarà più difficile degli altri piloti, ma questo mi darà anche più motivazione. Cercare di battere un pilota per essere decimo non è come cercare di battere il numero uno”.