Ascolti Massimo Rivola parlare quindici minuti e capisci immediatamente due cose: hai imparato qualcosa e vorresti continuare a farlo. L’amministratore delegato di Aprilia Racing è puntuale nei suoi commenti, ha una grande conoscenza del motorsport e, soprattutto, è un signore vero. Lo vedi quando i suoi ragazzi organizzano una festa nel paddock e lui sta lì, a ballare con loro, oppure quando porta un caffè a qualche ospite anche se c’è letteralmente una squadra che potrebbe farlo al posto suo. Difficile dire se questa sia la scuola della Formula 1, di certo è una bussola che quest’uomo si è imposto di seguire e che riesce a regalare risultati. In una bella intervista con Simon Patterson per Speedweek, Rivola ha raccontato un po’ di questa sua filosofia restituendo anche una visione chiara di quello che sono le corse in moto: “La cosa peggiore che puoi fare è reagire in modo eccessivo quando le cose non vanno bene”, ha iniziato a spiegare. “Se guardi alla prima parte della stagione non siamo stati all'altezza né in termini di prestazioni né di risultati. Eppure abbiamo mantenuto la calma, continuato a spingere e siamo riusciti a festeggiare due vittorie”.
Il grosso problema di buona parte della griglia, però, si chiama Desmosedici. Ed è un problema, secondo Massimo Rivola, anche dell’organizzatore: “Se mettiamo tutto insieme, possiamo essere veloci. È tutta una questione di dettagli e dobbiamo lavorare meglio su questo. Solo i ragazzi della Ducati ci battono regolarmente, ma hanno un vantaggio enorme con otto moto in campo, otto moto fantastiche e l'anno prossimo sarà ancora peggio perché la moto che ha vinto il titolo mondiale è guidata da Marc Márquez. Questo non suona bene per lo spettacolo”.
Inutile dire che le aspettative sullo spagnolo non sono alte soltanto in Gresini, è un’idea condivisa più o meno da tutti nel paddock. E la sensazione più o meno condivisa è che finché da Borgo Panigale porteranno otto moto in pista un divario con gli altri rimarrà sempre: “Il nostro obiettivo deve essere quello di diventare il secondo miglior costruttore nel campionato”, ha ammesso Rivola. “Sappiamo che contro la Ducati è dura perché adesso hanno un grande vantaggio, numericamente e statisticamente, grazie a tutti i dati che raccolgono. Oggi il tempo che passi in pista è il modo che hai per sviluppare la moto e loro in questo momento ne hanno il doppio”.
A differenziarlo da buona parte degli uomini che si trovano a combattere contro le Ducati, soprannominate dagli inglesi Bologna Bullets, c’è la chiara ammissione del fatto che avendone la possibilità in Aprilia avrebbero fatto esattamente la stessa cosa: “Non voglio offendere nessuno, perché loro lo hanno fatto e noi no, il problema è che non avrebbero dovuto permettergli di farlo. Lo dico spesso a Carmelo Ezpeleta. Hanno fatto bene, sono stati bravi e hanno investito. Ma non va bene per il Mondiale”.
Va detto però che nel 2024 i problemi più grandi li avranno proprio in Ducati, perché ci sono buone possibilità che quanto visto quest’anno - con la sfida tra team ufficiale e Prima Pramac - sia stato solo un antipasto di quello che succederà tra un paio di mesi. Certo, correre con l’obiettivo di arrivare dietro alle Ducati non è stimolante per nessun costruttore, specialmente considerando l’investimento richiesto dalla MotoGP. Un passo in avanti però l’Aprilia l’ha fatto, ritrovandosi a lavorare con gli americani di Trackhouse e dando loro una RS-GP24 per Miguel Oliveira.