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Maverick Vinales a cuore aperto: “L’Aprilia non è semplice, io ero abituato a stare nei primi tre: vedermi in fondo è dura”

20 aprile 2022

Maverick Vinales a cuore aperto: “L’Aprilia non è semplice, io ero abituato a stare nei primi tre: vedermi in fondo è dura”
Vinales doveva essere un nuovo golden boy del motociclismo, preso per sostituire Valentino Rossi e fermare Marc Marquez dopo aver riportato la Suzuki a vincere. Invece no, Maverick è caduto in un baratro e sta cercando di ritrovarsi in Aprilia. E, in una lunga intervista, racconta che farcela è tutt’altro che semplice

“L’anno scorso è stato molto stressante per molti motivi, non solo per la moto”, esordisce Maverick in un’intervista ai canali ufficiali Dorna. Nel 2021 ha perso un cugino in pista, gli è nata una figlia, si è sposato. E parla alla telecamera come una rockstar appena uscita dalla riabilitazione: “Ora sono più rilassato, cerco di capire il mio corpo dargli il tempo di recuperare. Sono diventato più selettivo su tutto, mi importa meno di alcune cose e più di altre. Penso meno ai problemi e di più alle persone. Ho guardato molto dentro di me per stare meglio, per sentirmi bene. Devi avere una routine, un piano”.

Il piano è tornare a vincere, la routine è provarci anche quando i risultati sembrano lontanissimi. Se vuole correre in MotoGP, ad oggi non gli restano alternative. In un’intervista ufficiale (e registrata) è difficile sentire un pilota parlare a cuore aperto, Maverick Vinales invece non fa mistero di essere nel mezzo di un percorso lungo e difficile: “Per me non è semplice, ero abituato a stare nei primi tre, primi quattro al massimo. Essere me stesso e vedermi in fondo alla griglia non è semplice, devo lavorare moltissimo. Mi sento molto bene col gruppo, mi sento a posto, parliamo di tutto. Vengo da una moto diversa, da un’azienda diversa. Anche l’approccio è diverso. Di positivo c’è che quando sono salito sulla moto ho capito immediatamente cosa andava meglio e cosa peggio. Di base, quando ho provato la moto a Misano abbiamo subito lavorato per migliorare la moto. Sinceramente funziona bene”.

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Poi spiega chiaramente che ci vorrà del tempo, anche se ad Austin le cose sono andate leggermente meglio del solito: “Ancora adesso, quando salgo sulla moto, sento che è tutto nuovo. Non mi sento come se la moto fosse una parte di me, devo ancora lavorare molto. So che non sono perfetto, ma già sono veloce. E non vedo l’ora di capire cosa sarò in grado di fare quando saremo un tutt’uno con la moto. Il motore è molto diverso, anche il modo in cui è sviluppata la moto… tutto richiede uno stile diverso. Ci stiamo riadattando molto in fretta, perché in due gare abbiamo migliorato di oltre un secondo nel ritmo e penso che la progressione sia pazzesca. È un processo e devo adattarmi. Sto dando tempo a me stesso senza mettermi pressione e senza guardare al risultato, perché sono sicuro che arriverà tutto. Arriverà un venerdì in cui sarò primo nelle libere e da lì cambieranno le cose. Mi vedo vincente con l’Aprilia: non so quanti ci vorrà, ma mi vedo sempre vincente”.

La vittoria di Aleix Espargarò in Argentina, una prima assoluta in MotoGP sia per Aprilia che per lo spagnolo al suo 200° GP, è stata addirittura una bella esperienza. Riportare un marchio a vincere dopo tanti anni è il sogno di ogni pilota (Maverick ci era riuscito con Suzuki) ma stavolta, racconta Vinales, è stato diverso: “In Argentina mi sono sentito benissimo con la squadra. È una sensazione che non avevo mai provato. In moto sei da solo e devi essere un po’ egoista perché vuoi vincere, ma per me è stata la prima volta che mi sono sentito felice per la squadra nonostante Aleix mi avesse battuto. Lui è il primo da battere, questo non cambia, ma sono contento per tutti e se fosse andata al contrario gli altri sarebbero stati felici. È qualcosa che può fare la differenza, se tutti vanno nella stessa direzione lo sviluppo diventa velocissimo. Abbiamo una bella relazione e passiamo tanto tempo assieme, questo mette un clima diverso nella squadra. Non è lo stesso quando i piloti sono l’uno contro l’altro. È diverso, ma con Aleix mi sento bene”.

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