Enzo Ferrari diceva che un pilota perde un secondo per ogni figlio fatto. Non sembrerebbe essere il caso di Maverick Vinales. Ok, erano sicuramente altri tempi e la bambina di Maverick non è ancora nata, ma durante questo inverno, oltre ad essersi allenato duramente per preparare il 2021 – come ci ha anche mostrato sui social con vari video – Maverick si è anche sposato. E pare che da questo matrimonio abbia anche trovato una certa “serenità” che effettivamente gli mancava negli scorsi anni.
Tanta felicità anche nelle sue parole dopo la gara: “Durante l’inverno mi sono allenato veramente tanto, e sono una persona felice. Non posso chiedere nient’altro – ha detto lo spagnolo con la voce rotta dall’emozione – Ho vinto e ho una moglie, ormai lo sapete tutti, con cui aspetto una bambina. Non posso volere di più. Sono tranquillo e felice”
Ieri in gara, però, è parso tutt’altro che tranquillo. Ha guidato come un dannato dal primo all’ultimo giro e non ha chiesto “permesso” a nessuno. Sembrava davvero un indemoniato, quasi irriconoscibile, un lontano parente del Vinales del 2020.
Quello che sembrava essere un affare tra le Ducati dopo le prime battute di gara, si è trasformato in un capolavoro del Top Gun. Maverick Vinales ha saputo riscattare quella sua partenza deludente costruendosi una rimonta perfetta, studiata in ogni minimo dettaglio: ha vinto la gara con tanto di dedica speciale, facendo il gesto del “pancione” con le mani.
Andando un po’ indietro con gli anni – nemmeno troppo - il primo papà ad aver vinto una gara in MotoGP che io ricordi (ma chi scrive è giovanissimo) è Andrea Dovizioso, ma anche Cal Crutchlow. L’ultima, per l’inglese, in Argentina, nel 2018, in quella gara pazza dalle mille polemiche sulla procedura di partenza e su quel famosissimo contatto tra Rossi e Marquez.
Tornando al GP di ieri, Maverick una bella gatta da pelare l’ha avuta. Tenere a bada le Ducati sul rettilineo non è stato affatto facile, proprio perché - come abbiamo visto nelle passate gare della scorsa stagione – hanno un evidente differenza di motore, superiore rispetto alle M1. Complice il vento (fattore da non sottovalutare) e i piccoli sviluppi della casa giapponese, Vinales è riuscito a restare davanti, prendendo vantaggio nella parte più “guidata” del circuito. Tenere a bada le Desmosedici ha rappresentato, per lui, una scarica di adrenalina in più: “Superare le Ducati? Non è stato facile riuscirci. Questo mi rende orgoglioso ancora più della vittoria”. L’impressione è che se lo spagnolo dovesse trovare continuità, magari confermandosi anche domenica prossima, allora sarà durissima riuscire a batterlo per tutti, compreso Marc Marquez che dovrà pure fare i conti con un doppio zero di partenza.
Oltre a Vinales, il primo round in Qatar ha offerto diversi spunti oltre a qualche delusione. Tipo Jack Miller, il favorito numero uno alla vigilia delle prove libere ha concluso la gara in nona posizione. Un mezzo disastro, verrebbe da dire, specie dopo aver praticamente dominato i test di qualche settimana prima sulla stessa pista.
Il ducatista australiano ha avuto evidenti problemi con le gomme, soprattutto dopo metà gara. Stessa cosa del suo compagno di squadra Bagnaia (che però ha concluso terzo).
Proprio l’altro ducatista, Pecco, è stato protagonista di un bellissimo ultimo giro concluso in volata assieme a Zarco. I due ringraziano “San Desmo”, il potentissimo motore della Ducati per avergli permesso di beffare Joan Mir sul rettilineo finale. Scena da cinema che scherzosamente ha ricordato molto il film “Il Sorpasso”